La revisione dei trattati che dell’Unione europea è un’ipotesi che prende sempre più corpo, tanto che potrebbe tenere banco già al prossimo Consiglio europeo in programma a Bruxelles il 9 dicembre. Fonti diplomatiche fanno infatti sapere che “c’è una fortissima pressione tedesca per un impegno preciso in tema di riforma della governance economica, che assuma la veste di una revisione dei trattati”.
Non è dunque escluso che questo sia lo scenario del prossimo summit europeo, preceduto da una cena di lavoro la sera prima. Da quanto si apprende, infatti, sarebbe già stato programmato un incontro per la sera di giovedì 8 dicembre. Ancora non è chiaro come si vorrebbe rivedere il trattato, ma una cosa è certa: servirà, in caso, la massima condivisione e soprattutto la massima equità del nuovo pacchetto, dato che modifica dovrà essere adottata, sottoscritta e ratificata da tutti i 27 paesi membri dell’Ue. Ma il clima è di rassegnazione al fatto che una modifica del trattato sia ormai inevitabile. Sembra infatti che questa sia l’unica mossa possibile perchè la Germania accetti la creazione e l’introduzione degli Stability bond, i titoli obbligazionari comunitari che andrebbero a rimpiazzare (in tutto o in parte) i titoli di stato dei 27 stati membri. Berlino vorrebbe però più rigore, attraverso parametri più severi e controlli dell’Ue dei bilanci dei paesi membri.
Appare dunque prendere corpo quelle che fino a oggi venivano accreditate come come voci e indiscrezioni di un’intesa franco-tedesca proprio sulla riscrittura dei trattati. Fonti diplomatiche non nascondono che “sarà una settimana intensa”, perchè oltre agli incontri di domani e mercoledì (rispettivamente eurogruppo ed Ecofin), si lavora in contemporanea alla “preparazione del Consiglio europeo e delle decisioni che dovranno essere adottate in quella sede”. I tempi per una eventuale modifica dei trattati, però, non sono immediati. “Nella migliore delle ipotesi occorrerebbe un anno”, sottolineano le fonti diplomatiche. Ipotizzando che la prossima settimana si avvi l’iter, a marzo si farebbe il punto della situazione e si riunirebbe la Convenzione europea per l’esame della proposta di riforma e la stesura delle raccomandazioni da presentare alla Conferenza intergovernativa, che non arriverebbe a riunirsi prima di settembre.
Per fine 2012, quindi, si avrebbe la revisione del trattato, che però diventa operativo solo quando tutti i paesi membri lo hanno ratificato. Il che potrebbe allungare ulteriormente i tempi. Resta poi l’incognita legata al ruolo della Banca centrale europea: c’è infatti chi vorrebbe “un impegno più esplicito” della Bce. Ancora molti i nodi da sciogliere, ma lo scenario più accreditato al momento per il prossimo consiglio europeo sembrerebbe prevedere un ok a un lavoro ‘spalmato’ nel tempo: per il breve periodo si pensa a dare attuazione alle misure adottate il 26 e il 27 ottobre scorsi, in occasione dell’ultimo Consiglio europeo; per il lungo periodo si pensa alla revisione del trattato con l’introduzione di Stability bond.