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Ue, scatta il Digital Markets Act: ecco l’elenco delle Big Tech che finiscono sotto la lente della Commissione

Pixabay

La Commissione europea ha annunciato oggi una lista di sei grandi piattaforme, incluse Alphabet (Google), Amazon, Apple, ByteDance (Tiktok), Meta (Facebook) e Microsoft, che saranno soggette a regole rigorose nel contesto del Digital Markets Act. Queste regole sono finalizzate a garantire il libero accesso al mercato e rappresentano un tentativo dichiarato di meglio controllare lo sviluppo di Internet.

L’elenco dei sei colossi è stato annunciato dopo una revisione di un mese e mezzo a seguito della notifica del loro potenziale ruolo di “gatekeeper“. Samsung non è stato incluso nell’elenco finale rispetto alle notifiche precedenti.

Le piattaforme coinvolte operano in otto settori diversi per un totale di 22 piattaforme: le reti sociali (Tiktok, Facebook, Instagram, Linkedin), i servizi di intermediazione (Google Maps, Google Play, Google Shopping, Amazon Marketplace, App Store, Meta Marketplace), la condivisione di video (Youtube), i sistemi di comunicazione (WhatsApp e Messenger) il settore pubblicitario (Google, Amazon, e Meta), i sistemi operativi (Google Android, iOS, Windows PC OS), i sistemi di ricerca (Google Search) e i programmi di navigazione (Chrome e Safari).

Le regole per i gatekeeper

Le sei aziende designate dalla Commissione europea dovranno seguire una serie di regole per garantire la piena osservanza degli obblighi sanciti dal regolamento sui mercati digitali. Sei i mesi di tempo per adeguarsi alle nuove normative (non oltre il entro il 6 marzo 2024.). Le sei aziende designate dalla Commissione europea saranno obbligate a consentire l’interoperabilità con aziende terze, ma non potranno favorire i propri servizi a spese dei servizi concorrenti.

I gatekeeper sono anche obbligati ad informare l’esecutivo comunitario nel caso di operazioni di fusione e acquisizione.

Le pene in caso di infrazione

In caso di infrazione della legge sui mercati digitali, la Commissione potrà comminare sanzioni e ammende fino al 10% del fatturato mondiale di una società e fino al 20% in caso di recidiva.

La Commissione europea monitorerà l’attuazione e il rispetto degli obblighi previsti per i “gatekeeper”. Nel caso in cui una di queste aziende non rispetti tali obblighi, la Commissione potrà imporre sanzioni o ammende fino al 10% del fatturato mondiale di una società e fino al 20% in caso di recidiva. Se ci sono violazioni sistematiche, la Commissione può adottare misure aggiuntive, come l’obbligo per il “gatekeeper” di vendere parte della sua azienda o il divieto di acquisire altri servizi correlati alle violazioni sistematiche.

Ue, Breton: “Oggi è il D-Day per il DMA”

L’Unione Europea diventa così la prima giurisdizione al mondo a intraprendere un tentativo così esteso di regolare e controllare lo sviluppo di Internet.

Esulta il commissario al mercato interno Thierry Breton, tra i promotori dell’iniziativa: “Oggi è il D-Day per il Digital Markets Acts, le aziende online più influenti dovranno ora conformarsi alle nostre regole dell’UE”. “Il nuovo quadro regolamentare aprirà le porte di Internet – spiega in un video Breton – Con la designazione di oggi stiamo finalmente rimettendo in discussione il potere economico delle più grandi aziende del settore, offrendo più scelta ai consumatori e creando nuove opportunità per le piccole società innovative. Era ora che l’Europa stabilisse in anticipo le regole del gioco, per garantire che i mercati digitali siano equi e aperti”.

Microsoft e Apple chiedono revisione del ruolo di gatekeeper

Nel frattempo la Commissione europea ha avviato indagini su Microsoft e Apple, in quanto entrambe le aziende ritengono di non soddisfare i requisiti per essere considerate “guardiani del mercato”.

Sono tre i principali criteri quantitativi per considerare un’azienda come “gatekeeper”:

  • Un’azienda deve generare un certo fatturato annuo nello spazio economico europeo e offrire un servizio di piattaforma di base in almeno tre Stati membri dell’UE.
  • L’azienda deve fornire un servizio di piattaforma di base a almeno 45 milioni di utenti finali attivi al mese nell’UE e a almeno 10.000 utenti commerciali attivi su base annuale nell’UE.
  • La società deve aver soddisfatto il secondo criterio in ciascuno degli ultimi tre anni.
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Categories: Tech