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Ue, Rehn: “Torna rischio recessione”. L’Italia mancherà il pareggio di bilancio

La ripresa economica dell’area euro si è arrestata, ora c’è il rischio di una nuova recessione“. Le prospettive sono “tetre”. E’ un annuncio drammatico quello fatto stamane da Olli Rehn, responsabile degli Affari economici dell’Ue. La Commissione europea ha tagliato in modo drastico le previsioni di crescita economica nell‘Eurozona: per il 2012 si attende +0,5% del Pil, a fronte del +1,7% indicato sei mesi fa.

Le indagini sul settore bancario indicano che la dinamica dell’accesso al credito in Europa “si sta inasprendo – ha aggiunto Rehn -. Il fattore cruciale per ritrovare la crescita economica e dell’occupazione nell’Eurozona è ripristinare la fiducia nella sostenibilità dei conti pubblici e del sistema finanziario, accelerando le riforme per rilanciare il potenziale di crescita dell’Europa”. Rehn ha promesso quindi di utilizzare a questo scopo tutti i nuovi strumenti di cui i paesi dell’area euro e dell’Ue si sono dotati.

In particolare, l’Italia va incontro a un periodo di stagnazione. L’anno prossimo il nostro Paese crescerà appena dello 0,1%, mentre nel 2013 il Pil salirà dello 0,7%. Ancora nel 2012, il deficit pubblico sarà in calo al 2,3% del Pil e, a politiche invariate, scendeà ulteriormente all’1,2% l’anno successivo. Il pareggio di bilancio rimarrà quindi un miraggio. Secondo le stesse previsioni, il debito pubblico italiano resterà stabile nel 2012 al 120,5% del Pil, scendendo l’anno successivo al 118,7%.

Bruxelles stima che il tasso di disoccupazione italiano, sempre nel periodo preso in esame, subirà un deterioramento solo marginale salendo dall’8,1% della forza lavoro previsto per quest’anno all’8,2% stimato stabile per il biennio successivo a politiche invariate.

In netto arretramento l’inflazione, con l’indice dei prezzi al consumo che dal 2,7% previsto per il 2011 rientrerà al 2% nel 2012 e all’1,9% l’anno successivo. Migliorerà anche il deficit delle partite correnti che passerà nello stesso periodo dal 3,6% del Pil al 3% al 2,3%.

“E’ chiaro che solo un pacchetto di riforme strutturali ampio e comprensivo può rilanciare nuovamente l’Italia”, ha spiegato ancora Rehn, ribadendo la necessità di intervenire su lavoro, fisco e dipendenti della pubblica amministrazione. In questo senso, il commissario ha chiesto al nostro Paese di chiarire “a breve” i tempi di applicazione delle misure promesse nella lettera d’intenti, che peraltro “non va abbastanza lontano riguardo agli interventi per accrescere la concorrenza, né sulla riforma delle pensioni“.

Quanto all’impatto degli aumenti dei rendimenti dei titoli di Stato dell’Italia, la Commissione europea lo giudica “non drammatico”, ma sarà comunque “significativo” – e in tempi relativamente ridotti – sulle condizioni della finanza del paese e sulla sua economia reale. Per il nostro Paese, conclude Rehn, è “fondamentale ristabilire la capacità politica di prendere decisioni”. 

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