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UE-Partenariato Orientale: le opportunità soffiano verso Est

In occasione del III vertice tenutosi il 28 e 29 novembre scorsi a Vilnius in Lituania, Eurostat ha pubblicato gli aggiornamenti relativi agli scambi di merci tra i 28 Stati membri dell’UE e i 6 paesi del Partenariato Orientale. Negli ultimi dieci anni, il commercio di merci UE con i mercati di Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina è cresciuto in modo significativo (da 11,9 mld nel 2002 a 39,5 mld nel 2012), nonostante il forte calo del 2009. Negli ultimi dieci anni la bilancia commerciale UE ha registrato un continuo surplus nei confronti dei partner orientali, con l’unica eccezione di un deficit di 1,2 mld nel 2011. E se l’avanzo nel 2012 ammontava a 4,1 mld, nei primi sei mesi del 2013 l’export UE verso i partner orientali ha continuato a crescere fino a 19,4 mld, mentre le importazioni sono diminuite a 16,1 miliardi di euro.

Dal punto di vista degli Stati membri sono Germania, Polonia e Italia i più importanti partner commerciali del Partenariato Orientale, rappresentando rispettivamente il 24% (4,7 mld), 15% (3,0 mld) e 8% (1,6 mld). L’Italia, dal canto suo, rappresenta il maggior importatore (4,4 ??mld pari al 27% del totale UE), seguita da Germania (2,1 mld, 13%), Francia (1,2 mld, 7%) e Polonia (1,1 mld, 7%). Ecco allora che le maggiori eccedenze nel primo semestre del 2013 sono stati registrate da Germania (+2,6 mld) e Polonia (+1,8 mld), mentre il più grande disavanzo dall’Italia (-2,8 mld). Tra i paesi del Partenariato Orientale, l’Ucraina rappresenta da sola la metà dei flussi verso i mercati UE (11,2 mld pari al 58 % dell’export totale), seguita dalla Bielorussia (4,1 mld o 21%). L’Ucraina guida le importazioni dell’area (7,1 mld, 44 % del totale), seguita dall’Azerbaijan (6,3 mld, 39%). Da questo punto di vista i maggiori surplus sono stati registrati da Ucraina (+4,1 mld) e Bielorussia (+2,4 mld), mentre il deficit più pesante dall’Azerbaigian (-4,5 mld).

Nel corso del vertice di Vilnius l’UE ha siglato Accordi di Associazione con Georgia e Moldavia, comprese le disposizioni che istituiscono un’area di libero scambio, rafforzandone così ulteriormente le relazioni politiche ed economiche. I negoziati sugli accordi di associazione sono iniziati rispettivamente nei mesi di gennaio e luglio 2010 e si sono conclusi a metà del 2013 e si concentrano sul sostegno alle riforme politiche, economiche e sociali nell’ottica della liberalizzazione del commercio tra l’UE e i due paesi dell’Europa Orientale. Vanno cisti in quest’ottica gli accordi raggiunti in tema di riduzione tariffaria, semplificazione delle procedure doganali, disposizioni anti-frode, concorrenza e difesa dei diritti di proprietà intellettuale. Tali disposizioni serviranno ugualmente alla promozione della libera circolazione di persone ed attività connesse, si tratti di istruzione, turismo o cultura. Più concretamente, gli Accordi di Associazione si concentreranno sulla promozione di una graduale ravvicinamento tra l’UE e i paesi partner sulla base di valori comuni, rafforzando il dialogo politico e promuovendo pace, stabilità, sistema giuridico, libertà e sicurezza sociale. Senza dimenticare ambiente, agricoltura, turismo, energia, trasporti, la salvaguardia dei consumatori e il sostegno alle PMI. Georgia e la Moldova potranno così beneficiare di assistenza finanziaria dell’UE attraverso meccanismi di finanziamento esistenti e strumenti ad hoc per conseguire gli obiettivi tracciati nel vertice di Vilnius. Di notevole interesse sono in questo senso le norme sanitarie in riferimento all’export di prodotti agricoli e industriali. Esse mirano a creare una cornice di sicurezza alimentare simile a quella UE, permettendo di esportare prodotti di origine animale nei mercati europei, concentrandosi sugli aspetti di tutela dei consumatori e creando così un ambiente più favorevole ad investimenti, competitività e opportunità per le PMI.

Uno studio indipendente prevede che gli accordi siglati a Vilnius aumenteranno l’export georgiano verso l’UE del 12%, le importazioni del 7,5%, con il PIL che potrebbe aumentare del 4,3% nel lungo termine, a condizione che tali decisioni siano effettivamente messe in atto e sostenute. Per la Moldavia la variazione del reddito nazionale è stimato a circa +5,4% del PIL, mentre le esportazioni e le importazioni dovrebbero aumentare rispettivamente del 16% e 8%, contando sull’aumento dei salari e sul migliore livello dei prezzi per i consumatori. Tutto dipenderà dall’ approvazione da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo, i quali possono ancora richiedere diversi mesi affinché tali decisioni diventino operative.

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