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Ue, nella notte l’accordo sulla supervisione bancaria

I 27 Stati dell’Unione europea sono giunti nella notte a un accordo sulla supervisione unica delle banche della zona euro. L’intesa è stata raggiunta a Bruxelles dopo una maratona negoziale di 17 ore all’Ecofin ed è stata annunciata dal commissario Ue al mercato interno Michel Barnier. «Accord historique superviseur!», ha twittato Barnier, che ha poi specificato che l’unione sarà operativa dal 1° marzo 2014.

Seppur a fatica e con un’altra maratona notturna, l’Ecofin è dunque riuscito a trovare un’intesa prima del vertice dei leader dei 27, che oggi si riuniranno per licenziare il testo definitivo, prima del passaggio finale al Parlamento europeo. Dopo un primo round di negoziati pubblici, i ministri delle Finanze della Ue hanno raggiunto il compromesso necessario a non deludere le aspettative degli europei, a cui avevano promesso una decisione entro la fine dell’anno, e per non lasciare il vertice di oggi senza il mattone fondamentale del rafforzamento della governance, tema al centro del summit.

La supervisione unica rappresenta la prima fase dell’unione bancaria: dal 1° marzo 2014, la Bce avrà il potere di monitorare tutte le banche della zona euro – e dei Paesi fuori dalla moneta unica che aderiranno all’unione – con asset per almeno 30 miliardi di euro o che rappresentano il 20% del Pil del Paese. Le banche sotto quella soglia (praticamente tutte le Landesbank, come voleva la Germania) resteranno sotto la vigilanza delle autorità nazionali e dell’Eba. Saranno più di 100, almeno nell’immediato, le banche che finiranno invece sotto la supervisione di Francoforte dal marzo 2014. L’accordo sulla supervisione bancaria unica è «il primo fondamentale passo verso l’unione bancaria», e ha come obiettivo «restaurare la fiducia nel sistema e interrompere il circolo vizioso tra banche e crisi dei debiti», ha detto Barnier al termine della riunione fiume.

Quello studiato dai ministri è un «approccio generale» alla supervisione unica, che chiarisce tutti i dubbi dei Paesi più scettici, come Germania, Svezia e Gran Bretagna, che fino all’ultimo hanno tentato di far valere le proprie posizioni. Berlino voleva assicurare che la Bce non sovrapponesse i suoi compiti di definizione della politica monetaria e di vigilanza: è stata accontenta, con la creazione di un «organo di mediazione» che prenderà le decisioni nel caso in cui il Consiglio dei governatori della Bce dovesse fare obiezioni circa le decisioni del «Consiglio dei supervisori», il nuovo organismo della Bce incaricato della sorveglianza. Il mediatore sarà composto da un membro di ogni autorità nazionale, e quindi la decisione ultima sarà degli Stati.

La Gran Bretagna e la Svezia avevano dubbi sul potere eccessivo che i Paesi euro acquisteranno in seno all’Eba, l’autorità nazionale incaricata oggi della supervisione sulla banche della Ue. In sede di votazione, i Paesi dell’euro avrebbero avuto 17 voti contro i 10 degli altri, quindi si è deciso di votare con una doppia maggioranza: per approvare i regolamenti, ci sarà bisogno di una maggioranza dei Paesi euro e quella dei non euro. Infine, chiariti anche i dubbi dei Paesi non euro che aderiranno alla supervisione unica (finora si sono chiamate fuori solo Gran Bretagna, Svezia e Repubblica Ceca), che temevano di contare di meno non avendo rappresentanza nella Bce. L’accordo assicura «stessi diritti» a tutti, sia nel «Consiglio dei supervisori» che nell’organismo di mediazione.

La supervisione unica è la prima tappa dell’unione bancaria, e apre la strada anche alla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo salva-Stati Esm, passo necessario per non far pesare sui debiti pubblici le operazioni di sostegno alle banche in difficoltà (oggi gli aiuti vengono dati agli Stati e non direttamente alle banche). Secondo quanto ha spiegato Barnier, fino a che la supervisione unica non sarà operativa, l’Esm potrà chiedere l’intervento singolo della Bce sulla banca che vuole ricapitalizzare.

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