Il presidente del Consiglio Mario Monti ha promosso la creazione di una tavola rotonda all’interno del Consiglio europeo che elabori delle proposte concrete per stimolare la crescita. Un argomento da affrontare ancora prima del vertice informale in programma a Bruxelles per il 23 maggio. Ad annunciarlo è stato lo stesso Premier, intervenuto oggi alla conferenza sullo “Stato dell’Unione” organizzata a Firenze dall’Istituto universitario europeo.
Il tema della crescita è in cima all’agenda anche del neo-eletto presidente francese, François Hollande, che incontrerà oggi pomeriggio il presidente dell’Unione europea, Herman Van Rompuy, e domani il presidente della dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.
Sul piano politico, al centro delle discussioni ci sono naturalmente le difficoltà della Grecia nel creare un governo che vari le riforme strutturali chieste dall’Europa. Una situazione di stallo che ha fatto salire la tensione sui mercati, alimentando l’incertezza sul futuro dell’eurozona.
“C’è turbolenza” in Europa, ha proseguito Monti, sottolineando che dopo la vittoria di Hollande “il dibattito nei prossimi giorni sarà molto intenso”. Secondo il Professore, l’Italia con le sue proposte potrebbe aiutare “il Consiglio europeo e l’intera Unione a trovare rapidamente una strada sostenibile e sana per la crescita”.
Monti ha poi ricordato l’impegno del Governo a mantenere “la disciplina di bilancio. Abbiamo un obiettivo concordato con l’Unione europea, che è quello di raggiungere il pareggio di bilancio entro prossimo anno, prima di molti paesi europei”.
Il premier ha quindi ribadito la necessità di distinguere fra spesa corrente e spesa da investimento nel calcolo del deficit, ma con regole strette. “Certo è delicato – ha detto ancora Monti -, non possiamo balzare a una posizione avventurosa, in cui diciamo che ogni spesa classificata come investimento sia esentata o guardata con un occhio di favore sotto le regole dell’Europa. No. Perché è stato fin troppo frequente che Paesi abbiano coperto perdite di compagnie a partecipazione pubblica e le abbiano poi contabilizzate come investimenti. Ci vogliono quindi criteri molti stretti che distinguano investimenti ammissibili da questo tipo di propositi, da investimenti non ammissibili”, riconoscendo che spesso è “una distinzione difficile da fare e da mettere in pratica”.
A proposito degli incentivi alla domanda, Monti ha sottolineato che “non dovremmo mai reagire a ogni nuova idea in modo automatico, ma considerare a freddo e capire se questa è una rottura con l’ortodossia del rigore di bilancio. Il nostro governo è pienamente convinto della virtù del consolidamento di bilancio”.