La Commissione europea ha preso le sue responsabilità e ha deciso che l’Italia risulta “inadempiente” rispetto alle regole europee sul debito pubblico non solo per il 2018 ma anche per il 2019 e per il 2020. Quindi, è la conclusione, “è giustificata una procedura d’infrazione”. Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, rispettivamente vice presidente Ue e commissario europeo per gli Affari economici, fanno scendere il verdetto sull’Italia e gelano il governo Lega-M5S. Per Bruxelles il rallentamento economico “spiega solo in parte l’ampio gap” nel rispetto della regola. Per contro, la “retromarcia” su alcune riforme pro-crescita del passato, come quella delle pensioni, e il deficit proiettato oltre il 3% nel 2020, rappresentano “fattori aggravanti”.
La decisione di proporre l’avvio della procedura d’infrazione per debito eccessivo, ampiamente anticipata attraverso le missive circolate tra Bruxelles e Roma, segue l’approvazione del Pacchetto di primavera 2019, l’ultimo dell’attuale Commissione. E’ il primo passo sul quale dovrà esprimersi poi il 9 luglio il consiglio dei leader europei e passare all’applicazione effettiva. In questo mese l’Italia avrà la possibilità di correggere la rotta e assumere una manovra correttiva da 3-4 miliardi almeno. Sarebbe un segnale in grado di sospendere l’applicazione della procedura d’infrazione per debito eccessivo mai sperimentata finora nell’ambito dell’Unione. “La mia porta è aperta”, ha assicurato Moscovici, facendo così capire che c’è un margine di trattativa possibile. “Sta al governo mostrare che la procedura può essere evitata e come farlo”.
In base all’articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, nei confronti di Belgio, Francia, Italia e Cipro, l’esecutivo Ue ha esaminato la conformità di questi Paesi con i criteri relativi al disavanzo e al debito previsti. “Nel caso dell’Italia – si legge – l’analisi suggerisce che sul criterio del debito vada considerata non adempiente e che è quindi giustificata una procedura per disavanzi eccessivi per il debito”.
Per la Commissione l’Italia è vulnerabile a causa proprio dell’alto livello di debito e rappresenta un pericolo per la stabilità del sistema europeo. Le cifre fornite dai commissari sono note ormai ma vale ricordarle. “L’Italia – ha detto Moscovicici – presenta due aspetti problematici: debito e deficit. Nel primo caso il debito è salito dal 131 al 132% nel 2018. Ma anche il deficit strutturale è peggiorato: doveva ridursi dello 0,3% ed è invece aumentato dello 0,4% nel 2018. Nel 2019 si sarebbe dovuto ridurre dello 0,6% ma le autorità italiane hanno detto che non avrebbero messo in atto misure di contenimento. Nel 2020 la previsione è di un deficit al 3,5% del Pil”. Numeri che giustificano per Bruxelles la raccomandazione ai capi di governo sulla procedura d’infrazione.
Nel pomeriggio arriva la reazione ufficiale di Palazzo Chigi: “Il Governo auspica la continuazione di un dialogo costruttivo con la Commissione onde arrivare ad un accordo circa le modalita con cui gli obiettivi per l’anno in corso verranno conseguiti e un sentiero di discesa del deficit coerente con gli impegni già assunti da Governo e Parlamento italiani”.
Tornando a Bruxelles, La Commissione non ha invece mancato di elogiare la Spagna per i risultati raggiunti in termini di aggiustamento dei conti pubblici tanto da proporre, dopo 10 anni, la chiusura della procedura per disavanzo. Incoraggiata anche la Grecia. La Francia esce indenne dall’esame per una procedura d’infrazione in quanto lo sforamento del 3% di deficit “è limitato (3,1%) e temporaneo”, cioè relativo solo al 2019. Il Belgio è risultato al limite. Per Ungheria e Romania che proseguono con politiche espansive senza misure di risanamento delle finanze pubbliche viene rinnovata la procedura per deviazione significativa.
Aggiornato alle 14:125 di mercoledì 5 giugno 2019