Chi l’avrebbe detto solo qualche mese fa quando per il 2023 si prevedevano nubi oscure per Pil e inflazione. Oggi la Commissione europea, come già avevano iniziato a fare diversi altri studi, conferma che il 2023 il tempo darà bello, con buoni frutti e venti di inflazione più moderati.
Oggi 13 febbraio il Commissario Paolo Gentiloni nel presentare le Previsioni Economiche Inverno 2023 ha di fatto cancellato dal suo discorso il termine “recessione” e ha inanellato una serie di dati con il segno più, sia per l’Italia, sia per la zona euro.
“La buona notizia è che l’economia dell’Ue è entrata in quest’anno con un passo migliore rispetto a quanto atteso e sembra in grado di scampare alla recessione” ha detto Gentiloni. E aggiunge che anche in Italia, con la prevista ripresa di quest’anno “si eviterebbe una recessione tecnica”. “Dobbiamo mantenere la stessa direzione”, conclude Gentiloni, “ma adesso abbiamo basi più solide per il 2023”.
Italia resterà in espansione, nella media della zona euro
Sul versante italiano, Bruxelles prevede un’espansione dell’economia dello 0,8% nel 2023, con un forte aumento rispetto alla previsione di novembre che si limitava a un +0,3%. Per l’anno prossimo le stime confermano una crescita dell’1,0%.
Il dato relativo al 2023 si allinea in parte con quello del governo che aveva stimato nella Nadef una crescita dello 0,6%. I dati della Commissione europea si intonano anche con quelli recentemente rilasciati da altre istituzioni. A fine gennaio, ad esempio, la Banca d’Italia ha aggiornato le sue previsioni per l’economia tricolore ritoccandole al rialzo: +0,6% del Pil per il 2023, mentre ha confermato la stima di un +1,2% sia sul 2024, sia sul 2025. Negli stessi giorni, anche il Fondo monetario ha portato allo 0,6% – in linea con il governo – la crescita per il 2023, fissando quella per il prossimo anno allo 0,9%. Si è trattato, nel primo caso, di una profonda revisione al rialzo visto che fino all’autunno si prospettava una recessione nel 2023. Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea, resta prudente riguardo il nostro Paese perché “quest’anno l’attività economica dovrebbe riprendere solo gradualmente”. E i timori riguardano i “consumi delle famiglie che continuano a essere frenati dalla perdita di potere d’acquisto dei salari, anche a causa della fine delle agevolazioni fiscali sui carburanti per autotrazione (a fine 2022) e di altre misure a sostegno”.
L’inflazione in Italia è prevista del 6,1% quest’anno, già in calo dall’ 8,7% dello scorso anno, mentre nel 2024 potremo rivedere un 2,6%, molto vicino al target della Bce del 2%.
Zona euro: l’Ue alza stima Pil a +0,9% per 2023, nel 2024 +1,5%
La Commissione alza le stime sulla crescita per quest’anno allo 0,9% anche nell’area dell’euro (quindi appena uno 0,1% in più rispetto all’Italia) dopo il +3,5% del 2022, e allo 0,8% nell’UeLe stime precedenti erano rispettivamente a +0,6% e 0,5%. Entrambe le aree sono ora destinate ad evitare per poco la recessione tecnica che era stata prevista per la fine dell’anno, segnala l’esecutivo europeo. L’attesa di crescita nel 2024 è dell’1,5% nell’eurozona e dell’1,6% nell’Ue. “L’economia europea ha fatto meglio delle previsioni, nonostante lo shock provocato dalla guerra russa in Ucraina” ha spiegato Gentiloni. “Abbiamo iniziato il 2023 in modo migliore rispetto alle attese”. L’economia europea potrebbe evitare una contrazione nel primo trimestre, dopo averla evitata anche nel quarto trimestre dell’anno scorso. Le ragioni sono un calo del prezzo del gas, un recupero della fiducia e una tenuta del mercato del lavoro, spiega l’esecutivo comunitario.
Commissione Ue: riviste all’ingiù le stime dell’inflazione
Certo, la situazione sul fronte dei prezzi è ancora un po’ difficile per quest’anno, ma migliore di prima e con un’orizzonte ancora in discesa. “L’inflazione ridurrà la presa sul potere di acquisto solo gradualmente nei prossimi trimestri” osserva Gentiloni. La Commissione europea ha ridotto le proiezioni sull’inflazione, attesa al 5,6% nel 2023 per l’eurozona e al 6,4% nell’Ue. Nel 2024 le attese sono un un +2,5% nella zona euro e per un +2,8% nell’Ue. Nelle precedenti previsioni economiche d’autunno l’inflazione era attesa al 6,1% nell’eurozona (7% nell’Ue) nel 2023 e al 2,6% nel 2024 (3% nell’Ue).
La Banca centrale europea ha già annunciato nuovi rialzi del costo del denaro nei prossimi mesi, rispetto all’attuale tasso di riferimento del 3% per poter riportare i prezzi sul suo target del 2%. Il calo è da imputarsi soprattutto agli sviluppi dei prezzi sul mercato dell’energia, spiegano gli economisti della Commissione europea. “Sebbene l’incertezza che circonda le previsioni rimanga elevata, i rischi per la crescita sono sostanzialmente equilibrati”, conclude l’esecutivo comunitario. “La domanda interna potrebbe risultare più forte di quanto previsto se i recenti cali dei prezzi del gas all’ingrosso si ripercuoteranno maggiormente sui prezzi e i consumi si dimostreranno più resistenti. Tuttavia, non si può escludere una potenziale inversione di tendenza nel contesto delle continue tensioni geopolitiche”.
Il picco dei prezzi è alle spalle
“L’inflazione Iapc (Indice armonizzato dei prezzi al consumo)” dice un comunicato, “è aumentata notevolmente nel 2022, alimentata dal forte aumento dei prezzi dell’energia. Si stima che abbia raggiunto il picco nel quarto trimestre, con una media dell’8,7% su tutto l’anno. Sebbene i prezzi internazionali delle materie prime energetiche siano per lo più scesi ai livelli del 2021, il loro aumento si è diffuso ai prezzi alla produzione e al dettaglio di alimenti, beni industriali e infine servizi. L’aumento dell’inflazione nella seconda metà del 2022 si ripercuoterà nel 2023, ma si prevede che gli effetti base contribuiranno a ridurre il tasso annuo al 6,1%”.
La Svezia tra i paesi più in difficoltà, ma anche Germania è in fondo alla classifica
Tra i Paesi europei in difficoltà, spicca la Svezia che registrerà un -0.8% di Pil nel 2023. E in una certa misura anche la Germania che segnerà uno striminzito 0,2. Anche se la precedente previsione autunnale le assegnava addirittura un -0,6% e quindi in realtà compie un balzo dello 0,8 per cento. La Francia, invece, migliora la stima di crescita dallo 0,4 allo 0,6 per cento per quest’anno. I Paesi più dinamici, invece, saranno l’Irlanda con un +4,9 per cento e Malta con un +3,1.