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Ue: giù le stime su Pil Italia, sale il deficit

La Commissione europea ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita dell’Italia: +0,7% nel 2016 (dal +1,1% previsto la scorsa primavera) e +0,9% nel 2017 (dal +1,3%). È quanto emerge dalle previsioni economiche d’autunno pubblicate oggi a Bruxelles. I nuovi dati sono leggermente inferiori a quelli prospettati dal governo italiano, che si aspetta un incremento del Pil pari allo 0,8% per quest’anno e all’1% per il il prossimo.

Quanto al rapporto deficit-Pil italiano, le nuove stime europee lasciano invariato a 2,4% quello previsto per quest’anno, mentre alzano dall’1,9 a 2,4% il dato atteso nel 2017 (il governo indica una discesa al 2,3%). Nel testo delle previsioni si legge che “la ripresa in Italia prosegue a passo modesto, visto che strette condizioni di finanziamento e incertezza trattengono una crescita più forte”.

Venendo al debito pubblico, quest’anno Bruxelles vede una salita al 133% del Pil da 132,3% del 2015, mentre il Tesoro lo indica a 132,9%. A maggio l’attesa Ue era di 132,7% sul 2016. Bruxelles prevede che il debito/Pil cresca ancora l’anno prossimo al 133,1%, mentre a maggio le previsioni erano per uno sgonfiamento a 131,8%. Anche in questo caso, la precisione del governo si rivela più ottimistica, in quanto il rapporto debito/Pil 2017 è indicato al 132,5%.

Intanto, la Commissione europea continua “il dialogo costruttivo” con l’Italia sulla legge bilancio 2017. Lo ha detto il commissario europeo agli Affari economici, Pierre Moscovici, confermando che Bruxelles conta di concedere nuova flessibilità sui conti 2017 per le spese relative ai rifugiati e ai terremoti. Il parere finale dell’Ue sulla manovra italiana arriverà la prossima settimana.

“Constatiamo che il deficit dovrebbe stabilizzarsi grazie a spese per interessi inferiori che finanziano una politica espansionista – ha continuato Moscovici –. È vero che il saldo strutturale di bilancio peggiorerà di oltre mezzo punto percentuale nel 2017, mentre il debito aumenterà nel 2016 ma poi, e questa è la buona notizia, dovrebbe stabilizzarsi in 2017 e 2018”.

La Commissione, ha assicurato l’ex ministro francese, “capisce le difficoltà economiche e sociali dell’Italia e la accompagna nei suoi sforzi di riforma. La flessibilità è stata già concessa nel 2016 e dobbiamo lavorare per tenerne conto in maniera giusta e proporzionate anche sulle spese che si possono e si devono sostenere per accogliere rifugiati per conto di tutta l’Europa, o per prevenire e curare le catastrofi come sono i terremoti”.

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