Negli ultimi dieci anni, l’interscambio di merci UE con il Giappone è stato caratterizzato da una caduta della quota giapponese nel totale considerato, più significativo dal punto di vista delle importazioni che delle esportazioni, e in questo senso portando a un calo significativo del deficit. La quota delle importazioni dei paesi UE dal Giappone è stata più che dimezzata, dal 7,9% del 2002 al 3,4% nel 2013, mentre la quota delle esportazioni UE verso il Giappone è sceso dal 4,9% al 3,1%, dove macchinari e veicoli hanno rappresentato il 37% dei flussi di beni prodotti in Europa verso il Giappone e per il 66% delle importazioni. Nel 2013, il Giappone è stato il settimo più importante partner della EU28, rispetto al quarto del 2002.
In occasione del XXII Vertice UE-Giappone, tenutosi il 7 Maggio scorso a Bruxelles, Eurostat ha emesso i dati sul commercio e gli investimenti tra UE e Giappone. Nel corso del 2013 le esportazioni UE verso il Giappone sono diminuite leggermente rispetto al 2012, passando da 55,6 a 54,0 miliardi di euro, mentre le importazioni hanno subito una diminuzione più forte, da 64,7 mld a 56,5 mld. Di conseguenza, il deficit commerciale UE con il Giappone è sceso significativamente, da 9,2 mld nel 2012 per 2,5 mld nell’anno successivo.
Tra gli Stati membri la Germania (con 17,3 mld pari al 32% dell’export UE) è risultata di gran lunga il maggior esportatore in Giappone nel corso del 2013, seguita da Francia (6,9 mld o 13%), Italia (6,0 mld o 11%) e Regno Unito (5,2 mld o 10%). La Germania (14,5 mld pari al 26 % delle importazioni UE) è stata anche il principale acquirente, seguita da Olanda (10.0 mld o 18%), Regno Unito (8,0 mld o 14%) e Belgio (7.1 mld o 13%). I più pesanti disavanzi commerciali con Giappone nel 2013 sono stati registrati da Olanda (-6,6 mld), Belgio (-3,6 mld) e Regno Unito (-2,9 mld), mentre i surplus maggiori in Italia (+3,5 mld), Germania (+2,8 mld), Francia (+2,1 mld) e Danimarca (+1,2 mld).