Continua a crescere il commercio tra Unione europea e India: nei primi dieci mesi del 2011 il volume degli scambi è cresciuto del 20% sia nelle importazioni che nelle esportazioni. Lo rileva L’Eurostat che, alla vigilia del summit Ue-India (in programma domani a Nuova Delhi), pubblica i dati relativi alle relazioni commerciali tra i due soggetti. Gli scambi con il gigante asiatico, sottolinea lo studio, sono in continua crescita dal 2001, e solo nel 2009 si è registrata una frenata nell’import-export. In particolare, le esportazioni di prodotti comunitari passò da un volume pari a 29,5 miliardi di euro del 2008 a 25,4 miliardi nel 2009, per poi tornare a crescere e raggiungere un business da 33,2 miliardi di euro nel 2010. Da gennaio a ottobre dell’anno scorso, poi, la vendita di prodotti europei ha raggiunto quota 33,4 miliardi di euro, per un +20% rispetto allo stesso periodo di riferimento dell’anno precedente.
La bilancia commerciale è comunque in sostanziale pareggio: ai 33,4 miliardi di euro ricavati dalle vendite in India si aggiungono i 33,3 miliardi di euro di beni acquistati dall’Europa dall’India. L’istituto europeo di statistica enfatizza comunque “il lieve surplus di 0,1 miliardi” con quello che a oggi è l’ottavo partner commerciale più importante.
Tra i paesi dell’Europa a 27, i principali partner commerciali dell’India sono Germania (esportazioni per 8,8 miliardi di euro, pari al 26% del totale dell’export Ue), Belgio (6,6 miliardi, pari al 20% della quota comunitaria venduta), Gran Bretagna (5 miliardi di euro, o 15%), Italia (3,1 miliardi, 9% del totale Ue) e Francia (2,5%, 7% del totale Ue). Nei primi dieci mesi del 2011 i più ampi surplus in Europa li fanno segnare Germania (+3,2 miliardi) e Belgio (+1,9 miliardi), mentre i più alti deficit si hanno nei Paesi Bassi (-1,5 miliardi), Italia e Spagna (-1 miliardo in ognuno dei due paesi).
L’80% dei beni europei esportati in India sono rappresentati da macchinari, veicoli e prodotti manifatturieri, ma nel 2010 sono stati venduti servizi per 10,9 miliardi a fronte di un acquisto dall’India per 8,7 miliardi: l’Ue, nel settore dei servizi, registra dunque un surplus di 2,2 miliardi.