I declassamenti di Standard & Poor’s suscitano dei sospetti in Europa. Ufficialmente nessuna accusa, ma a Bruxelles non possono fare a meno di notare “la strana tempistica” con cui sono arrivati i downgrade per mezza Europa, tra cui quelli nei confronti di Francia, Italia, Austria, Spagna e Portogallo. Lo riconosce pubblicamente Oliver Bailly, portavoce della Commissione Ue, secondo il quale “l’idea espressa dall’agenzia di rating è frutto di una percezione gravemente errata“.
La decisione presa da S&P, infatti, “giunge dopo diversi avvenimenti positivi, al termine di una giornata dagli aspetti favorevoli, e dopo segnali positivi dei mercati”. Inoltre, sottolinea, le agenzie di rating “non dispongono di tutta una serie di informazioni sugli stati”, che sono quelle “scambiate tra Paesi membri e Commissione”. Alla luce di tutto ciò, “non pare esserci consistenza” dietro i declassamenti a raffica, e il momento in cui sono arrivati risulta “strano”, ribadisce il portavoce della Commissione Ue.
Bailly ricorda che nella bozza presentata lo scorso 15 novembre la Commissione non prevedeva di sospendere l’attività delle agenzie di rating, ma di rendere il parere non così strettamente vincolante per evitare ripercussioni sull’economia dei paesi e, quindi, dell’Europa.
A questo punto, spiega, appare chiaro che bisognerà procedere con la stabilizzazione fiscale – che “resta la priorità” – cui si dovranno però accompagnare una “realizzazione complementare di misure aggiuntive” (quali le riforme strutturali per la crescita e l’occupazione). Bailly torna quindi a sollecitare la creazione degli Stability bond: “Riteniamo possano essere uno strumento utile per assicurare stabilità”.