Non arrivano buone notizie dalle stime pubblicate dall’Unione europea sull’economia italiana. La Commissione ha infatti confermato le stime pubblicate in inverno sulla crescita del Pil nel Belpaese: quest’anno è prevista attestarsi all’1,5% mentre l’anno prossimo, nel 2019, rallenterà all’1,2%. Si tratta della crescita più bassa di tutta la Unione europea, a pari livello con quella del Regno Unito che però risentirà degli effetti della Brexit. Il Governo stima una crescita analoga per il 2018, pari appunto all’1,5%, ma è più ottimista per l’anno prossimo, quando secondo i conti di Palazzo Chigi dovrebbe resistere al +1,4%.
Inoltre Bruxelles ha valutato che nel 2018 – a politiche invariate, in assenza del nuovo governo e sulla base di un programma di stabilità che al momento non prevede interventi – non ci sarà alcuna correzione del deficit in termini strutturali. Il deficit in termini strutturali, cioè al netto degli effetti del ciclo economico e delle misure una tantum calcolato come percentuale del Pil potenziale, risulta così pari all’1,7% del Pil nel 2017 (in peggioramento di 0,3% rispetto al 2016), mentre nel 2018 resterà all’1,7% e nel 2019 peggiorerà di 0,3 punti percentuali portandosi al 2%.
Secondo gli impegni assunti con l’Unione europea, l’Italia dovrebbe invece garantire una correzione del deficit in termini strutturali quest’anno pari allo 0,3% del Pil (per un valore di 5,3 miliardi). Molto più ottimista il governo: secondo i dati tendenziali del governo il deficit in termini strutturali passerebbe dall’1,1% nel 2017 all’1% nel 2018 e addirittura allo 0,4% nel 2019. La Commissione per il momento non ha dato alcuna indicazione sull’eventuale manovra correttiva che dovrebbe prendere l’Italia, perché non c’è ancora un nuovo governo. Per quanto riguarda il debito/Pil, passerà dal 131,8% nel 2017 al 130,7% nel 2018 e al 129,7% nel 2019. Il governo prevede 130,8% quest’anno e 128% l’anno prossimo.