Il bilancio italiano non dovrebbe andare incontro a particolari rischi nel breve periodo, ma il debito continua a rimanere un problema enorme con il quale il nostro Paese dovrà fare i conti, così come le sofferenze degli istituti bancari italiani.
Queste le considerazioni sull’Italia che la Commissione europea ha inserito nel rapporto sulla sostenibilità dei conti pubblici.
“Nel complesso – si legge nel report – non sembrano esserci rischi a breve termine di stress di bilancio“, ma “la quota di non performing loans nel settore bancario potrebbe rappresentare una fonte importante di rischi di passività a breve termine”, aggiunge Bruxelles.
Parlando del debito pubblico, secondo l’UE dovrebbe arrivare nel 2015 al 133% del Pil per poi scendere a quota 130% nel 2017. Ma la riduzione prevista non sarà sufficiente dato che il debito rimane la “principale fonte di vulnerabilità dell’economia italiana”, visto che “limita la capacità del Paese a rispondere agli shock economici e lo lascia esposto al rialzo dei tassi d’interesse dei titoli di Stato, mentre la capacità di incrementare gli investimenti pubblici è limitata dal conto degli interessi, al 4,3% del Pil nel 2015”.
Per quanto riguarda invece le sofferenze bancarie, esse vengono considerate come un fattore di alto rischio nel breve periodo. Ricordiamo che, proprio in queste ore, è in corso la trattativa Roma – Bruxelles per la creazione di una bad bank all’interno della quale far confluire proprio i crediti inesigibili.
Domani è previsto l’incontro tecnico tra il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e la commissaria Ue, Margrethe Vestager, per sbloccare definitivamente il piano italiano per alleviare le sofferenze dai bilanci delle banche.