La domenica dei pareggi e della grande paura. Inter-Cagliari, Sassuolo-Milan e Napoli-Frosinone si sono concluse senza vincitori, mentre Udinese-Roma, anch’essa ferma sul risultato di parità, è stata sospesa al 72’ per un malore che ha colpito il giallorosso Ndicka, fortunatamente rivelatosi non grave.
Il weekend interlocutorio, completato dagli 0-0 di Juventus e Bologna, avvicina però la squadra di Inzaghi allo scudetto, ora distante solo 3 punti: potrebbe arrivare già lunedì prossimo nel derby contro il Milan, a patto però di vincerlo. Atalanta e Fiorentina, nel frattempo, proveranno ad avvicinare la zona Champions, ma Verona (ore 20.45) e Genoa (18) non si faranno battere facilmente.
Udinese – Roma 1-1, partita sospesa al 72’ per un malore a Ndicka: escluso l’infarto
La copertina della giornata, purtroppo, non c’entra nulla con il calcio. Al minuto 72, con Udinese e Roma ferme sull’1-1 (al gol iniziale di Pereyra aveva risposto Lukaku), il difensore giallorosso Ndicka s’è accasciato a terra dopo essersi battuto le mani sul petto. La scena ha ricordato i tanti (purtroppo) precedenti tragici, ma fortunatamente questa volta è andato tutto bene, con l’ivoriano uscito dal campo cosciente, seppur in barella. Il ventiquattrenne è stato ricoverato all’Ospedale Santa Maria della Misericordia in codice giallo, dove è stato sottoposto ad accertamenti cardiologici e neurologici che hanno escluso l’infarto.
Secondo quanto filtra, in attesa del bollettino ufficiale, potrebbe essersi trattato di una compressione polmonare con possibile pneumotorace, forse causata da tre scontri di gioco di cui uno al 70’, poco prima della caduta. L’arbitro Pairetto ha immediatamente sospeso il gioco e concesso a De Rossi di andare nella sala medica della Bluenergy Arena per verificare le condizioni del ragazzo: al suo rientro, complice un elettrocardiogramma definito “preoccupante”, si è deciso di sospendere definitivamente il match, alla luce di una Roma non più in grado di riprendere il gioco. Ndicka, come detto in precedenza, è stato subito trasportato in ospedale, dove è emerso un quadro decisamente più positivo. La squadra, dopo essere andata a trovare il compagno, è tornata nella Capitale più serena, consapevole che dovrà finire i 18 minuti mancanti alla prima data utile: probabile che sia nella settimana che va dal 22 al 28 aprile, anche perché da regolamento non devono passare più di 15 giorni.
Inter – Cagliari 2-2: Viola rallenta Inzaghi, ma allo scudetto mancano solo 3 punti
Il risultato più inatteso è certamente quello di San Siro, dove un’Inter insolitamente svagata in fase difensiva è stata fermata dal Cagliari sul 2-2. Un pareggio comunque dolce per i nerazzurri, sempre più vicini a conquistare lo scudetto con largo anticipo: all’appello, come detto in precedenza, mancano solo 3 punti e il calendario, per uno strano scherzo del destino, li metterà in palio proprio nel derby contro il Milan. Certo, battere i rossoblù avrebbe permesso ai nerazzurri di giocare anche per il pareggio, mentre così sarà necessario vincere, ad ogni modo però la sostanza non cambia più di tanto.
La seconda stella è ormai a un passo e la squadra di Inzaghi inizia a sentire la stanchezza, proprio come il Napoli un anno fa. Un po’ di appannamento, dopo cotanto cammino, è fisiologico, specialmente se di fronte c’è un avversario affamato di punti come il Cagliari di Ranieri, già giustiziere dell’Atalanta non più tardi di una settimana fa. L’Inter è partita forte trovando il vantaggio al 12’ con Thuram, di nuovo in gol dopo due mesi di astinenza, ma i sardi sono rimasti aggrappati alla partita e nella ripresa, complice un pizzico di rilassamento nerazzurro, hanno pareggiato con Shomurodov (65’), lasciato colpevolmente solo da Bastoni. Quando al 74’ Calhanoglu ha riportato avanti la capolista su rigore (braccio di Mina), in molti hanno pensato che la pratica fosse chiusa, ma non Viola, che dopo il gol all’Atalanta di domenica scorsa s’è ripetuto anche a San Siro, seppur con un assist di braccio di Lapadula quantomeno sospetto (83’).
Inzaghi: “Vogliamo lo scudetto, se nel derby tanto meglio…”
“Sapevamo di affrontare una squadra in salute e che non molla mai, infatti abbiamo sofferto le loro ripartenze – l’analisi di Inzaghi -. Siamo stati due volte in vantaggio, dispiace perché volevamo vincere davanti ai nostri tifosi, siamo vicinissimi a un grande obiettivo, ma manca ancora qualcosa. Il record di punti sfumato? La cosa che mi dispiace di più è non aver vinto, siamo vicini allo scudetto ma ci sono ancora 18 punti e serve rimanere sul pezzo. Ci farebbe piacere vincerlo nel derby e ci prepareremo al meglio per disputarlo al massimo, se ce la faremo lunedì meglio, altrimenti ci saranno altre occasioni. Chiaramente il Milan vorrà fare del proprio meglio davanti ai propri tifosi, sappiamo cosa rappresenta questa sfida e abbiamo grande rispetto”.
Sassuolo – Milan 3-3: Okafor evita la sconfitta, ma la rimonta non riesce
A contribuire alla “quasi” festa dell’Inter ci si è messo anche il Milan, impantanatosi nella ragnatela tessuta dal Sassuolo. Il 3-3 finale è l’ennesimo rimpianto di una stagione in chiaro-scuro, nella quale i rossoneri hanno alternato ottime cose a passaggi a vuoto sconcertanti. Quello di ieri rientra nella seconda categoria, perché se è vero che il campionato del Diavolo, derby a parte, non ha più molto da offrire, lo è anche che perdere punti a contro la penultima in classifica fa male a prescindere.
Se il piano di Pioli, inoltre, prevedeva il risparmio di energie importanti in vista dell’Europa League, è miseramente fallito: il match, infatti, è stato giocato quasi tutto in quell’apnea tipica di chi deve rimontare, come dimostra il finale di partita con tutte le bocche da fuoco in campo assieme. Il carrello dei rimpianti rossoneri si arricchisce con i due gol annullati a Chukwueze per fuorigioco millimetrici, ma è stato l’inizio schock a negare la vittoria. Dopo 10’ il Sassuolo era già in vantaggio di due reti (4’ Pinamonti, 10’ Laurienté) e a inizio ripresa, quando la grande giocata di Leao sembrava aver rimesso il match in equilibrio (20’), ha trovato la terza ancora con il francese (53’). A quel punto Pioli ha tentato il tutto per tutto inserendo Giroud, Pulisic e Okafor assieme a Leao e Jovic, e la mossa ha pagato, almeno parzialmente. L’ex Fiorentina ha sfruttato la prima palla giocabile trovando il 2-3 (59’), lo svizzero ha timbrato il cartellino due minuti dopo l’ingresso in campo, regalando al popolo rossonero un finale di speranza. Che però non ha portato alla rimonta, ma solo a un pareggio che avvicina ulteriormente lo scudetto all’Inter.
Pioli: “Il nostro futuro dipende dalle prossime due partite”
“Spiace per le disattenzioni sui gol presi – ha sospirato Pioli -. Credo sia stata la partita in cui abbiamo tirato di più in tutto l’anno: se segnavamo 5-6 gol non c’era niente da dire per quanto abbiamo creato. Mi tengo lo spirito, sapendo che non siamo riusciti ad allungare sulla Juve, ma con l’obiettivo di arrivare secondi e di pensare alle prossime partite. Però dobbiamo alzare il livello, perché serviranno attenzione e qualità superiori. Poi quello che sarà il mio futuro lo si deciderà a fine campionato, cercheremo di fare di tutto per vincere le prossime due partite. Se giochiamo come sappiamo abbiamo le possibilità per battere la Roma, mentre per quanto riguarda l’Inter siamo consapevoli che vincerà lo scudetto, ma noi faremo di tutto per prenderci il derby”.
Napoli – Frosinone 2-2, gli azzurri sprecano un’altra chance per l’Europa
Niente da fare anche per il Napoli, fermato al Maradona dal Frosinone di Di Francesco, peraltro sotto gli occhi dell’ex Spalletti. Parlare di Champions sembrava inutile già due settimane fa dopo la sconfitta con l’Atalanta, ma i due pareggi consecutivi dei rossoblù avevano riacceso una fiammella, subito spenta dal risultato di ieri.
Ancora una volta il Napoli ha mostrato limiti tecnici e mentali, facendosi raggiungere due volte dai ciociari e rischiando perfino di perdere nel concitato finale, concluso pure con l’infortunio di Politano e l’espulsione di Mario Rui. La realtà è che questa stagione nata storta non ha mai trovato una sterzata, né con i cambi di allenatore né con il ritorno di Osimhen: il nigeriano ha segnato ancora dopo Monza, ma non è bastato per cancellare gli orrori difensivi di Rrahmani e Meret, quest’ultimo protagonista in chiaro scuro visto il rigore parato a Soulé. Cheddira, ironia della sorte in prestito proprio dagli azzurri, ha ringraziato con una doppietta (50’ e 73’) importantissima in chiave salvezza, annullando le reti di Politano (16’) e Osimhen (63’). Al Napoli non resta che fare i conti con l’ennesimo passo falso stagionale (sottolineato dai fischi del Maradona) e con la prospettiva di cominciare la prossima senza Champions, salvo colpi di scena difficilmente immaginabili.
Calzona: “Avevo avvisato la squadra che così non avremmo vinto, gestione sbagliatissima”
“Abbiamo avuto una gestione sbagliatissima, da quando eravamo in vantaggio chiedevo di muovere la palla, di non sbagliare e giocare facile – ha spiegato Calzona -. Con questo caldo dovevamo gestirla in un certo modo e non lo abbiamo fatto, alla squadra l’avevo detto a fine primo tempo che giocando così non avremmo vinto. Dispiace, non abbiamo mai la sensazione del pericolo, non pensiamo mai in negativo e invece è la prima cosa. Io li avevo avvertiti della particolarità della gara, questo è il primo caldo e noi non siamo una squadra giovanissima: dovevamo gestirla molto meglio rispetto a quanto fatto, dopo l’1-0 abbiamo concesso un rigore con un giocatore che passa in mezzo a due…”.