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Ucraina: Zelensky apre al dialogo con Putin, Trump punta sulle risorse di Kiev e la Ue rafforza le sanzioni alla Russia

Imagoeconomica

Negli ultimi giorni, le dichiarazioni di Volodymyr Zelensky, Vladimir Putin e Donald Trump hanno gettato una nuova luce sulle prospettive di risoluzione del conflitto in Ucraina. Mentre alcuni segnali sembrano suggerire una possibile apertura al dialogo, le differenze tra le posizioni dei vari attori internazionali pongono interrogativi sul reale percorso verso la pace. Gli Stati Uniti, oltre a spingere per un impegno maggiore, non nascondono l’interesse per le risorse minerarie ucraine. Dall’altra parte, l’Unione europea si conferma salda nella sua linea dura, continuando a puntare su sanzioni e misure di contenimento contro la Russia.

Zelensky apre alla trattativa con Putin: parole di pace, ma è davvero così?

Zelensky ha fatto una dichiarazione significativa, esprimendo la sua disponibilità a trattare direttamente con il presidente russo. “Sono pronto a parlare con Putin, se questo è l’unico modo per raggiungere la pace, anche se lo considero un nemico. Non intendo essere gentile”, ha dichiarato il leader ucraino, offrendo una possibile via di dialogo che, seppur prudente, potrebbe segnare un punto di svolta nelle dinamiche del conflitto. Ma, subito dopo, ha lanciato l’allarme: “Putin porterà la Bielorussia in guerra“.

“In primavera, estate o autunno vedrete che la Russia dispiegherà truppe in Bielorussia. E molti paesi europei, magari anche gli Stati Uniti, diranno che questa è un’intimidazione nei confonti della Polonia, della Lituania e degli altri paesi baltici”, dice il presidente ucraino. Sebbene Zelensky non faccia previsioni definitive, avverte che, in ogni caso, Mosca “trascinerà Minsk in guerra”, aprendo a scenari inquietanti che potrebbero avere ripercussioni ben al di là dei confini ucraini.

Mosca: “Aperti a negoziati diretti anche se il presidente ucraino è illegittimo”

Mosca ha reagito con la solita freddezza alle parole di Zelensky, definendo la sua disponibilità a negoziare con Putin come “parole vuote”. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov non ha perso tempo e ha chiarito che la “disponibilità deve essere basata su qualcosa”, come a dire che non basta un’offerta di dialogo per far cadere le armi.

Peskov ha quindi fatto appello al “pragmatismo” come requisito fondamentale per ogni sviluppo nelle trattative, sia politiche che diplomatiche. Nonostante ciò, ha confermato che la Russia rimane “aperta ai negoziati“, ma ha ribadito che persiste un “grande problema” legato alla legittimità di Zelensky, sottolineando la mancanza di nuove elezioni dopo la fine teorica del suo mandato.

Secondo il portavoce russo “le dinamiche dell’operazione militare speciale indicano che l’apertura e l’interesse per i negoziati dovrebbero venire da Kiev”, ribadendo che, in un contesto di guerra, è l’Ucraina a dover fare il primo passo per avviare una discussione.

Trump: promesse di pace e vantaggi economici

Dall’altra parte dell’Atlantico, Trump ha ribadito i progressi nei colloqui con Kiev e Mosca, sottolineando l’urgenza di concludere rapidamente il conflitto. Ma la sua posizione va oltre la diplomazia: il tycoon ha evidenziato le opportunità economiche che l’Ucraina offre, citando risorse minerarie strategiche come litio, grafite, titanio e uranio. “Ci sono enormi opportunità per le aziende americane in Ucraina”, ha affermato, suggerendo che gli Stati Uniti potrebbero essere spinti a un maggiore coinvolgimento, non solo per ragioni geopolitiche, ma anche per il potenziale economico di queste risorse.

Intato, l’inviato speciale di Trump, Keith Kellogg, parteciperà alla Conferenza per la sicurezza di Monaco, che si terrà dal 14 al 16 febbraio. “Sono lieto di annunciare la mia partecipazione alla Conferenza di Monaco 2025. Come inviato speciale del presidente per Russia e Ucraina, non vedo l’ora di parlare dell’obiettivo di Donald Trump di porre fine alla sanguinosa e costosa guerra in Ucraina”, ha dichiarato Kellogg. Dopo Monaco, il suo viaggio proseguirà a Kiev il 20 febbraio, dove si potrebbe discutere direttamente con Zelensky di un possibile piano per la pace.

Bruxelles: tra sanzioni e difesa militare

Gli sforzi per la pace non sembrano convincere completamente i Paesi dell’Unione europea, che mantengono una posizione ferma nei confronti della Russia. La Ue continua a spingere per l’intensificazione delle sanzioni e per la creazione di un Tribunale speciale per i crimini di guerra, come sottolineato dall’Alto rappresentante per la Politica estera della Ue, Kaja Kallas. In questa direzione, l’Unione ha già presentato il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, confermando la sua linea dura. Allo stesso tempo, la Commissione europea sta cercando di allentare le restrizioni del Patto di Stabilità per consentire agli Stati membri di aumentare la spesa per la Difesa. “I bilanci nazionali devono sottostare attualmente a non poche costrizioni per via del Patto di Stabilità. Ma sono possibili eccezioni in tempi eccezionali. E i nostri sono tempi eccezionali”, ha dichiarato presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen.

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