Dopo 13 giorni dall’inizio del conflitto, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky apre uno spiraglio ai russi: “Sono disponibile per un dialogo, ma non per una capitolazione”. In merito alle richieste di Mosca di riconoscere la Crimea come russa e il Donbass indipendente, “possiamo discutere e trovare un compromesso”, anche se ha precisato che si tratta di “territori temporaneamente occupati e repubbliche non riconosciute da nessuno”. E che soprattutto si tratta di una “questione più complicata di riconoscere e basta, questo è un altro ultimatum e non siamo pronti per un ultimatum”, ha affermato il leader ucraino durante un’intervista al network americano AbcNews, aggiungendo però la volontà al dialogo e che Putin deve iniziare a farlo invece “di vivere in una bolla di informazione senza ossigeno. Penso che sia lì che si trova”.
Mentre si consuma il dramma dei corridoi umanitari, Usa e Regno Unito colpiscono Mosca con nuove sanzioni, Zelensky sarebbe pronto ad avviare negoziati sullo status di Crimea e Donbass anche se “non accetterà la richiesta di Mosca di riconoscere l’indipendenza, o l’annessione della Penisola sul Mar Nero alla Russia”.
Finora il governo di Kiev non aveva esplicitato alcuna apertura al riguardo, di conseguenza i negoziati si erano arenati in un vicolo cieco soprattutto per la chiusura e i continui bombardamenti dei russi . L’apertura di Zelensky non è però incondizionata e probabilmente per quanto il supporto europeo continuerà a tradursi in pesanti sanzioni, invio di armi all’Ucraina e aiuti umanitari alla sua popolazione in fuga, l’Ucraina potrà resistere alla guerra ma non vincerla da sola. E tramontato il possibile ingresso del Paese nell’Unione europea, il dietrofront di Zelensky è comprensibile. Ma il vero problema che si sta affacciando è un altro: l’Ucraina rischia di diventare un nuovo Afghanistan per la Russia e cioè essere teatro di una guerra molto più lunga del previsto ma che la Russia, provata sul piano economico, non può reggere per troppo tempo.
Sfuma l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, Zelensky “Mi sono raffreddato”
Sempre nell’intervista rilasciata alla Abc, il presidente ucraino ha aggiunto: “Mi sono raffreddato da tempo” in merito all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, da quando “abbiamo capito che la Nato non è pronta ad accettarci. L’alleanza teme contraddizioni e confronto con la Russia. Non saremo un Paese che chiede in ginocchio, non siamo quel Paese e non voglio essere quel presidente”.
Affermazioni che si legano a un’altra richiesta russa: la neutralità dell’Ucraina. Sulla carta quanto è disposto governo di Kiev a discutere con la Russia? Poco prima di queste dichiarazioni, il leader ucraino aveva dichiarato che la guerra tra Russia e Ucraina è solo all’inizio di una escalation perché Mosca “non si sazierà” perché “più la bestia mangia, più vuole mangiare”. “Questo conflitto non finirà così ma scatenerà una guerra mondiale. Oggi la guerra è qui, domani sarà in Lituania, poi in Polonia, poi in Germania”. Il presidente russo “può porre fine ad una guerra che ha iniziato. E se non pensa di aver dato inizio a tutto, deve sapere che può porre fine alla guerra”.
Zelensky al parlamento britannico: “Lotteremo come voi contro i nazisti”
“Noi non vogliamo perdere ciò che è nostro come un tempo voi non avete voluto arrendervi di fronte all’invasione nazista” – Sono le parole del presidente ucraino ai deputati inglesi che lo hanno accolto con una standing ovation. Poi la condanna alla Nato che “non si è comportata come doveva nella sua risposta dopo l’attacco russo alla centrale di Zaporizhzhya”, così come “nel non imporre una no fly-zone sui cieli dell’Ucraina”. Il presidente si è poi lasciato andare ad una citazione shakesperiana: “Essere o non essere? Noi rispondiamo essere, rispondiamo che vogliamo esistere”.
“Non volevamo questa guerra, ha sottolineato Zelensky affermando che ”stiamo combattendo con uno degli eserciti più forti al mondo”, ma ”siamo stati capaci di reagire” sempre ”rimanendo umani” e ”non torturando i nostri nemici”. Cosa che non si può dire per l’esercito russo, che ha ucciso “almeno 50 i bambini in questa guerra”.