Quanto sta costando all’Ucraina la guerra che la Russia ha scatenato dal 24 febbraio? Finora 350 miliardi di dollari. E dato che il conflitto non è finito si tratta di un calcolo necessariamente provvisorio. Sono numeri che ha raccolto l’Osservatorio dei Conti Pubblici Italiani della università Cattolica di Milano, pubblicati recentemente in un articolo della studiosa Nicoletta Scutifero.
La ricerca non calcola le perdite peggiori, le vite umane, che, sappiamo da fonti Onu, sono state enormi: finora sono morte circa 80mila soldati di parte russa e quasi altrettanto di parte ucraina. Mentre i civili ucraini, vittime di bombe o di missili, oppure morti per le conseguenze della guerra, sono state ad oggi circa 8 mila. E poi ci sono i profughi, almeno 7 milioni, che si sono riversati nei paesi vicini, prima di tutto in Polonia. Senza contare che chi non abbandona il Paese entra nel decimo mese di guerra al buio e al freddo: più di 10 milioni di ucraini sono senza elettricità a seguito dei bombardamenti russi che prendono di mira soprattutto le infrastrutture civili ed energetiche, mentre le temperature sono sottozero.
Ma torniamo ai danni calcolati dall’Osservatorio CPI: come si arriva a 350 miliardi di dollari?
Alla spaventosa cifra si giunge se si sommano le perdite dirette del conflitto, intese per distruzioni di abitazioni, infrastrutture, asset produttivi, pari a 127 miliardi di dollari; a quelle indirette, vale a dire le perdite derivanti dal crollo degli investimenti privati e delle esportazioni, calcolate nei restanti 223 miliardi di dollari.
I dati macroeconomici sono approfonditi nello studio uno per uno: Pil, deficit/Pil- debito/Pil, mercato dei cambi, bilancia commerciale, inflazione. Un ultimo capitolo è dedicato agli aiuti internazionali.
Quanto sta costando la guerra Russia-Ucraina? Il crollo del Pil
Le stime della Banca Nazionale Ucraina aggiornate a settembre – ricorda lo studio – prevedono una riduzione del Pil nel 2022 del 31,5 per cento. Brutta cifra, ma inferiore rispetto alla prima diagnosi, quella di aprile, che indicava il crollo al 45,2 per cento. Che cosa è accaduto? L’analisi è chiara: ha pesato in positivo la liberazione di alcuni territori precedentemente occupati dai russi; gli operatori economici si sono adattati alle condizioni imposte dalla guerra; e sono riprese le esportazioni di prodotti agricoli attraverso il corridoio del Mar Nero garantito dalla Turchia.
Deficit/Pil- debito/Pil dimezzati
Qui le cifre sono terribili e non lasciano speranze: il disavanzo pubblico ha raggiunto il 25,6 per cento del Pil nel corso dell’anno corrente. Mentre il debito ha raggiunto il 71 per cento del Pil nel terzo trimestre 2022, valore altissimo se si pensa che alla fine del 2021, pochi mesi prima dell’invasione russa, era al 48,9 per cento.
Il mercato dei cambi e il commercio con l’estero
Alla vigilia del conflitto – si legge ancora nello studio – la Banca Nazionale Ucraina aveva dichiarato di avere “una quantità sufficiente di riserve internazionali” e che “non c’è carenza di contanti nel sistema bancario”. Ma il giorno dopo all’invasione, l’autorità finanziaria aveva dovuto dichiarare il passaggio da un regime di cambi flessibile (in vigore dal 2015) ad uno di cambi fissi, per provare a tenere sotto controllo l’inflazione e sostenere il funzionamento del sistema bancario e finanziario nel contesto del conflitto.
Nel luglio 2022 la Banca Nazionale Ucraina, poi, è stata costretta a svalutare il tasso di cambio ufficiale della grivna rispetto al dollaro del 25 per cento nella speranza di sostenere l’economia e tentare di recuperare competitività.
Il picco negativo della bilancia commerciale
La bilancia commerciale ha raggiunto a luglio il picco negativo di 3 miliardi di dollari, per poi scendere a 2 miliardi a settembre. Questo grazie all’accordo sul grano di cui si è fatto cenno e anche alla svalutazione della moneta. Prima del conflitto la bilancia commerciale era sostanzialmente in equilibrio.
L’inflazione potrebbe toccare il 30%
Secondo le stime della Banca Nazionale Ucraina, l’inflazione potrebbe toccare il 30 per cento entro fine anno, prima della guerra era attorno al 10 per cento a gennaio. In giugno i tassi di interesse sono stati alzati al 25 per cento, il più alto incremento dal 2015.
Guerra Russia-Ucraina: gli aiuti internazionali
Quando si pensa agli aiuti si pensa subito alle armi, ma non solo di armi si tratta.
L’Ucraina – si legge nel rapporto – ha potuto contare su aiuti che hanno, almeno in parte, consentito una ristrutturazione dei debiti in essere. Mentre i creditori stranieri hanno accolto la proposta di congelare i pagamenti di circa 20 miliardi di dollari di obbligazioni per due anni per scongiurare il default. Spiega la ricerca che la sospensione dei pagamenti fino alla fine del 2023, insieme al ritardo concesso nel rimborso del debito, accolto dai principali creditori bilaterali, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone, consentiranno al Paese di migliorare le riserve valutarie che sono diminuite da 28,1 miliardi di dollari a marzo a 22,4 miliardi a fine luglio, con una successiva ripresa ad agosto.
Sempre sul fronte della ristrutturazione dei debiti in essere – rivela la ricerca – anche il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto l’Accordo di Stand-By, preesistente rispetto alla guerra e legato alla necessità per l’Ucraina di superare i problemi della bilancia dei pagamenti. Come tutti gli accordi di questo tipo, esso prevedeva vincoli impossibili da soddisfare durante un conflitto. Ecco che perché Zelensky nel marzo scorso ne aveva chiesto l’annullamento seguito dalla richiesta di un altro programma di assistenza finanziaria. Cosa che il FMI ha fatto approvando 1,4 miliardi di prestiti nell’ambito del Rapid Financing Instrument per far fronte alle necessità immediate del Paese. In agosto l’Ucraina ha richiesto un nuovo programma di prestiti al FMI ed è in attesa di riceverli a dicembre.
Ai prestiti del FMI – conclude infine il rapporto – si aggiungono diversi pacchetti di finanziamento, per un totale di circa 84 miliardi di euro, da parte dei paesi del G7 e dell’Unione Europea, che comprendono aiuti militari (armi, attrezzature e servizi all’esercito ucraino), umanitari (assistenza alla popolazione civile comprensiva di prodotti alimentari e medici) e finanziari (prestiti, sovvenzioni e garanzie), stanziati dal 24 febbraio.
Chi stanzia più fondi per l’Ucraina? Gli Stati Uniti, di gran lunga il principale donatore.