È partita dal porto ucraino di Odessa la prima nave carica di grano. A distanza di 5 mesi dallo scoppio del conflitto con la Russia e dalle interruzioni dei traffici marittimi nel Mar Nero finalmente la Razoni, battente bandiera della Sierra Leone, ha levato gli ormeggi da Odessa con un carico di 26 mila tonnellate di grano, sbloccando così una crisi alimentare mondiale. Ma si tratta anche di un primo passo in avanti nelle relazioni russo-ucraine, come previsto dai termini del complesso accordo internazionale firmato in Turchia da Kiev e Mosca, lo scorso 22 luglio sotto l’egida dell’Onu.
L’Ucraina è è il quinto produttore di grano al mondo, 20 milioni di tonnellate sono bloccate dall’inizio del conflitto, lo sblocco del porto di è dunque fondamentale per far fronte alla crisi alimentare mondiale, anche se la guerra va avanti.
Accordo sul commercio del grano primo passo, ma la morte di Vadatursky smorza gli entusiasti
In base all’accordo, i russi si impegnano a non colpire le navi durante il tragitto e i controlli serviranno ad evitare il trasporto di armi. Intanto una carovana di altre 16 navi cariche di cereali sono già pronte a salpare, ma per oggi non sono previste altre partenze.
La Razoni arriverà martedì 2 agosto nel porto di Istanbul dove saranno effettuate le ispezioni, poi proseguirà verso il Libano, nel porto di Beirut, dove è attesa sempre nella giornata di domani.
Anche se a gettare una nuova ombra sulla speranza sono i bombardamenti russi su Mykolaiv, la costa che collega Odessa alla Crimea, dove un missile ha centrato la casa dell’oligarca ucraino Oleksiy Vadatursky rimasto ucciso nell’esplosione insieme alla moglie. L’uomo era il “signore del grano” alla guida del gruppo Nibulon, la più grande società nel mercato dei cereali del Paese. Vadatursky si era rifiutato di partire per non lasciare le sue attività e per sostenere il suo Paese finanziando la resistenza ucraina.
In calo il prezzo del grano dopo l’annuncio
Già con l’annuncio dell’accordo il prezzo dei cereali aveva iniziato a calare sui mercati internazionali, un’ulteriore spinta al ribasso poi sulle quotazioni arriverà adesso con la ripartenza dei traffici.
I prezzi dei cereali sono vicini ai livelli di inizio anno, dopo l’impennata registrata in seguito all’invasione della Russia. Il prezzo del grano ucraino sui mercati internazionali, si aggirava attorno ai 280 euro a tonnellata circa prima del conflitto, con un picco raggiunto di 400 euro nel mese di maggio, calando nuovamente con l’annuncio dell’intesa fino agli attuali 290 euro.