Sale la tensione tra Russia e Ucraina. Mosca ha mandato 15mila soldati in Crimea, occupando di fatto militarmente la strategica penisola, e di conseguenza il Consiglio di Sicurezza Nazionale di Kiev ha richiamato i riservisti e il premier Arseni Iatseniuk ha affermato: la Russia “ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro”.
La crisi Ucraina sta dunque degenerando e preoccupa non poco i mercati. Mentre infatti il presidente russo Putin sta invadendo militarmente la Crimea suscitando la condanna della comunità internazionale, oggi la Borsa di Mosca ha subito aperto in territorio negativo, trascinando a un pesante ribasso anche le Borse europee (compresa Piazza Affari, -1,5% dopo le 9): i due principali indici della Borsa russa, il Micex e l’Rts, cedono infatti rispettivamente il 5,8% e il 7%. L’euro ha sorpassato la soglia simbolica dei 50 rubli, livello mai toccato, mentre il dollaro è salito fino a 36,85 rubli, superando il record del 2009.
Intanto i leader del G7 condannano la “chiara violazione della sovranità ucraina” da parte della Russia, mentre Mosca muove le sue forze sulla Crimea. La dichiarazione, firmata da Regno Unito, Canada, Francia, Germania Italia e Usa, è stata diffusa nella notte dalla Casa Bianca. “Siamo uniti – si legge nella nota – nel sostenere la sovranità dell’Ucraina, la sua integrità territoriale e il suo diritto di scegliere il proprio futuro. Ci impegniamo a sostenere l’Ucraina nei suoi sforzi per ristabilire l’unità e la stabilità economica e politica del Paese”.
I leader ritengono le azioni di Mosca incompatibili con il G8, di cui Mosca è entrata a far parte nel 1997, e annunciano che non parteciperanno ai lavori preparatori del summit di Sochi in calendario per giugno. “Sosterremo il lavoro dell’Ucraina nel negoziato per un nuovo programma con il Fmi e ad attuale le riforma necessarie”, aggiungono i G7 nella dichiarazione congiunta. “Il sostegno dell’Fmi sarà fondamentale per bloccare un’ulteriore assistenza da parte della Banca mondiale, delle altre istituzioni finanziarie internazionali, dell’Unione europea e da fonti bilaterali”.