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Ucraina: incontro Biden-Starmer, in ballo l’ok a missili contro la Russia. Le minacce di Putin: ecco cosa succede

I due leader discuteranno l’uso dei missili Storm Shadow da parte dell’Ucraina, una mossa che potrebbe infiammare il conflitto con la Russia. Intanto, Mosca ha inserito due giornalisti Rai nella lista dei ricercati per ingresso illegale

Ucraina: incontro Biden-Starmer, in ballo l’ok a missili contro la Russia. Le minacce di Putin: ecco cosa succede

Washington è pronta a ospitare un incontro che potrebbe cambiare le sorti del conflitto in Ucraina. Oggi, il premier britannico Keir Starmer e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden si incontreranno per discutere una questione di alta tensione: l’eventuale autorizzazione per l’Ucraina a utilizzare missili a lungo raggio. Questa decisione ha il potenziale per accendere ulteriormente le tensioni internazionali, come dimostra la risposta russa (scontata): Vladimir Putin ha avvertito che un’azione del genere “significherebbe che i Paesi Nato, gli Stati Uniti e i Paesi europei, sono in guerra con la Russia”. Questo solleva interrogativi sulla gravità e le possibili conseguenze di una tale escalation. Vediamo cosa significa questa scelta e quali sono i rischi associati.

Missili Storm Shadow: cosa sono e perché Kiev li vuole usare

I missili Storm Shadow, con una portata di oltre 300 chilometri, rappresentano un’arma potente progettata per penetrare strutture fortificate e danneggiare obiettivi strategici. Sviluppati da un consorzio anglo-francese con il supporto di Italia e Stati Uniti, sono attualmente utilizzabili solo all’interno del territorio ucraino. Tutti e quattro i Paesi dovrebbero approvare qualsiasi cambiamento alle condizioni legate al loro uso, anche se non sono i fornitori diretti.

Tuttavia, Kiev ha fatto pressioni per estenderne l’uso anche all’interno del territorio russo, per migliorare le proprie capacità difensive e offensive, soprattutto in risposta agli attacchi missilistici e alle bombe della Russia.

Perché gli Usa e il Regno Unito sono pronti a dare il via ora?

Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno cercato di mantenere un equilibrio delicato durante la guerra: fornire armi all’Ucraina senza provocare un’escalation diretta del conflitto. Dopo mesi di pressioni da parte di Kiev, gli alleati, in particolare Stati Uniti e Regno Unito, sembrano ora pronti a considerare un allentamento delle restrizioni. Questa settimana, c’è stata una notevole attività diplomatica tra Washington e Londra, con discussioni su come gestire le richieste ucraine e le potenziali ripercussioni internazionali.

Diversi fattori hanno contribuito a questo cambiamento: la crescente pressione che l’Ucraina sta affrontando sul fronte, le preoccupazioni per un inverno particolarmente difficile, e l’incursione a sorpresa dell’Ucraina oltre il confine, che ha dimostrato quanto sia efficace quando cambia la dinamica del conflitto. Inoltre, la Russia ha ricevuto un nuovo lotto di missili balistici letali dall’Iran, aumentando la tensione.

Se approvata, la decisione di permettere all’Ucraina di utilizzare i missili Storm Shadow potrebbe rappresentare una svolta nel conflitto, consentendo attacchi a lungo raggio su obiettivi strategici russi. Tuttavia, questa mossa potrebbe anche ampliare il conflitto, complicare le prospettive di pace e deteriorare ulteriormente le relazioni tra Occidente e Russia.

Biden-Starmer: cosa aspettarsi dall’incontro

L’atteso incontro tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il leader laburista britannico Keir Starmer alla Casa Bianca potrebbe fornire indizi cruciali su come gli alleati occidentali intendono procedere. Starmer, in visita a Washington, ha chiarito che la sua posizione è netta: Putin ha avviato il conflitto e potrebbe terminarlo quando vuole. Il premier britannico ha ribadito il diritto dell’Ucraina all’autodifesa, rispondendo così alle minacce di Putin

Biden, d’altro canto, si muove con cautela. Sebbene riconosca l’urgenza di sostenere l’Ucraina, il presidente americano teme le potenziali conseguenze di un’escalation. In gioco c’è la possibile revoca dei limiti sui missili Atacms, che finora erano stati restrittivi. L’incontro, che vedrà anche la partecipazione del ministro degli Esteri britannico David Lammy e di altri alti funzionari, non solo affronterà la questione dei missili, ma toccherà anche temi globali come il conflitto a Gaza e le sfide dell’Indo-Pacifico. Anche se non è prevista una conferenza stampa dopo l’incontro, ogni mossa sarà attentamente osservata, con la possibilità che un cambiamento si faccia sentire direttamente sul campo.

Russia inserisce giornalisti Rai nella lista dei ricercati: ecco perché

Nel frattempo, la Russia ha inserito Stefania Battistini, giornalista della Rai, e il cameraman Simone Traini nella lista dei ricercati, accusandoli di essere entrati illegalmente nel paese con le truppe ucraine nella regione di Kursk. La decisione, annunciata dal ministero degli Affari Interni russo e riportata dall’agenzia Tass, ha suscitato reazioni in Italia. La Rai ha denunciato questa azione come una violazione della libertà di stampa. In risposta, il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha convocato l’ambasciatore russo in Italia per esprimere il proprio stupore e chiedere chiarimenti.

Oltre a Battistini, nella lista dei ricercati ci sono anche altri giornalisti internazionali, come Nick Walsh della Cnn e Nicholas Simon Connolly della Deutsche Welle. Le accuse contro Battistini e Traini riguardano l’attraversamento non autorizzato del confine e il reportage sull’incursione ucraina a Kursk, considerata da Mosca un “attacco terroristico”. Battistini ha ricordato le norme della Convenzione di Ginevra che proteggono i giornalisti in zone di guerra. Dopo la protesta russa, la Rai ha richiamato la giornalista e il cameraman per motivi di sicurezza, mentre Mosca continua a indagare su quello che considera un “crimine” commesso dai reporter italiani.

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