Può anche darsi che il piano per la vittoria del presidente ucraino Zelensky non abbia entusiasmato il presidente americano Joe Biden ma quel che conta sono i fatti e i fatti si sostanziano nel via libera della Casa Bianca a Kiev sull’uso delle armi a lungo raggio. Considerando che mancano solo 40 giorni alle elezioni presidenziali americane del 5 novembre, Biden s’è mosso con prudenza su questo terreno per evitare gli attacchi preventivi di Trump e di Putin, ma alla fine deve essersi convinto che l’unica possibilità per l’Ucraina di non perdere la guerra con Putin passa dalla possibilità di rispondere colpo su colpo ai russi contrastando i loro droni e i missili russi che hanno già seminato morti su morti a Kiev e dintorni. Il segnale di svolta pro-Ucraina che viene dall’America è politicamente e militarmente molto importante e avvicina gli Usa alla Ue e alla Gran Bretagna. Ma è anche un segnale inequivocabile per quei Paesi come l’Italia che a parole sostengono platealmente Zelensky (la Meloni non risparmia baci e abbracci al Presidente ucraino) ma poi non riescono a superare il populismo filo-russo di Salvini e Conte e si tirano indietro di fronte alla richiesta ucraina di poter usare le armi occidentali a lungo raggio per colpire gli obiettivi militari russi. Grazie Zelensky ma grazie anche a Biden.