FRENA IL PIL DI TOKYO: -1,7%. ATTESA PER IL DATO TEDESCO
TENGONO BANCHE E POLIZZE, RIFLETTORI ACCESI SU TELECOM
Non bastano le note di guerra che echeggiano dall’Ucraina. Arrivano dall’Asia segnali di frenata delle economie. Il Pil giapponese, complice l’aumento dell’Iva, è sceso nel secondo trimestre dell’1,7% (tasso annualizzato -6,8%) senza peraltro impressionare la Borsa di Tokyo + 0,2% che si aspettava anche di peggio. Ora si spera in nuove misure a sostegno della ripresa.
Sorpresa, invece, per lo stop, tanto improvviso quanto violento, del credito erogato in Cina: solo 273 miliardi di renmimbi contro una previsione di 1.500 miliardi. Immediata la reazione di Hong Kong -0,2% e Shanghai -0,8%, prima del dato in terreno positivo.
Giornata senza grande storia a Wall Street, condizionata dalle notizie in arrivo dall’Ucraina, dove cresce il rischio di un coinvolgimento diretto della Russia: l’indice Dow Jones è sceso dello 0,06%, l’S&P 500 dello 0,13% e il Nasdaq dello 0,27%.
Sotto pressione i titoli dell’energia: il brent tratta a 102,79, vicino ai minimi da 13 mesi. Il calo del greggio pesa anche sul settore oil di Piazza Affari: Eni ha perso l’1,2%, Saipem -0,5%, Tenaris -0,9%.
Prosegue la discesa dell’euro: 1,3368 sul dollaro. Assai più tesa e preoccupata, del resto è stata la seduta dei mercati europei, tutti in ribasso dopo stata la pubblicazione dell’indice Zew sulla fiducia degli investitori in Germania, sceso ad agosto a 8,6 da 27,1 di luglio e ben al di sotto della stime degli economisti Londra –0,1%, Parigi -0,8%, Francoforte -1,2%. A frenare lo slancio è stata la pubblicazione dell’indice Zew sulla fiducia degli investitori in Germania, sceso ad agosto a 8,6 da 27,1 di luglio e ben al di sotto della stime degli economisti.
Anche Piazza Affari ha fallito il terzo rialzo consecutivo. Nonostante a metà seduta l’indice FtseMib sia arrivato a segnare un guadagno di oltre un punto percentuale, nel pomeriggio c’è stata un’inversione di tendenza e la conclusione è un calo dello 0,2%. Ottima la tenuta dei bond periferici. Lo spread è in riduzione di 4 punti base a quota 167 per un rendimento del BTP 10 anni al 2,73% (ieri era al 2,78%).
Malgrado i dubbi sollevati da Moody’s sui nostri conti pubblici, il Tesoro ha collocato facilmente 7 miliardi di Bot a 12 mesi a un rendimento dello 0,279%, nuovo minimo storico. Il dato dell’asta precedente era 0,387%. Le richieste arrivate sono state pari a 1,8 volte la quantità offerta.
ACHTUNG! ANCHE LA GERMANIA FRENA
La crescita del Pil dell’eurozona, secondo le previsioni degli analisti, non è andata oltre lo 0,1% nel secondo trimestre. A condizionare il convoglio è stata la frenata della locomotiva tedesca: giovedì, all’appuntamento con i consuntivi dell’economia, la Germania potrebbe essere addirittura scesa sotto lo zero per effetto, soprattutto, della crisi Ucraina. Stanley Fischer, numero due della Fed, ha già segnalato le rilevanti conseguenze di questo stop a sorpresa di Berlino sull’economia Usa: la banca centrale sarà spinta a rivedere il calendario del rialzo dei tassi. Intanto Moody’s ha confermato la tripla e l’outlook stabile sulla Germania, vista l’economia avanzata, diversificata e molto competitiva. Tuttavia ha avvertito che una forza lavoro in declino e una popolazione in età avanzata potrebbero impattare negativamente il potenziale tasso di crescita e la sostenibilità del sistema di sicurezza sociale della Repubblica Federale
RISCOSSA DI MONTE PASCHI, PIACE POP. ETRURIA SPA
Lo spread in calo ha favorito il rimbalzo del settore bancario. Tra le blue chip più vivaci spicca: Monte Paschi +4,76%, partita in calo del 2%. L’istituto ha così festeggiato la nomina di Marcello Clarich ai vertici della Fondazione.
Intanto Banca Imi ha ridotto il prezzo obiettivo da 1,5 a 1,15 euro, confermando la raccomandazione hold. Per gli analisti i conti trimestrali della banca sono stati molto deboli con un margine di interesse e accantonamenti per perdite su crediti che hanno rappresentato le principali sorprese negative.
Nel resto del settore bene Mediobanca +1,6%, Unicredit ed Ubi, entrambe +0,45%. Salgono nche Pop Emilia +0,95% e Banco Popolare +0,92% risalito a quota 11 euro dopo i pesanti ribassi della scorsa settimana. I realizzi invece penalizzano Popolare Milano -2,4% tra le migliori blue chip del listino milanese da inizio anno.
Una nota a parte la merita la Popolare dell’Etruria +8,19% all’indomani della decisione di dare mandato al presidente Lorenzo Rosi per la trasformazione dell’istituto da cooperativa in società per azioni. “L’obiettivo – ha spiegato Rosi – e’ aprire il capitale della banca all’ingresso di fondi di investimento internazionali, senza limitarsi a guardare solo alle banche popolari italiane”. La trasformazione dovrebbe arrivare entro la metà di ottobre”.
FITCH PROMUOVE LE ASSICURAZIONI ITALIANE
Reazioni contrastate sul fronte delle assicurazioni: Generali -0,39%, Cattolica -0,58%. Solo UnipolSai +0,83% beneficia del positivo giudizio di Fitch sul comparto. L’agenzia di rating ha migliorato le prospettive del settore assicurativo in Italia, portandole da negative a stabile a seguito dei conti migliori del previsto diffusi dalle compagnie al termine del primo semestre.. La variazione riflette anche la convinzione dell’agenzia di rating che i livelli patrimoniali e la redditività del settore “si mostreranno resistenti a fronte della recessione italiana”. Tra le note positive l’ aumento la raccolta del ramo vita fatto che, assieme al calo dei tassi di interesse sulle emissioni obbligazionarie italiane, che sta sostenendo la redditività.
FIAT: IL RECESSO NON CAMBIA. NUOVO SOCIO PER PRYSMIAN
Fiat +1,6%, chiude a rialzo per il quarto giorno consecutivo. Una nota del gruppo smentisce con decisione le voci su un possibile ritocco verso l’alto del limite massimo di 500 milioni di euro da destinare alle richieste di recesso. La società, si legge, “non ha alcuna intenzione né di rinunciare a tale limite né di elevarlo”. Crescono anche Cnh Industrial +1,8% ed Exor +1,5%. Tra gli industriali in calo Prysmian -1,49%: Barclays, pur confermando il giudizio overweight, ha tagliato il target price a 18,50 euro. Il fondo Usa Massachussets Financial Services ha acquisito una quota del 2,008%.
SALE MEDIASET GRAZIE AI RUMORS SU TELECOM
Tra le altre blue chips: poco mosse Enel -0,1% e la controllata EnelGreenPower. Salgono Autogrill +1,45% e Gtech +3,04%, dopo il via libera delle autorità Usa all’acquisto di IGT, Mediaset +0,97% ben comprata dopo la promozione a ‘overweight’ di Hsbc ma anche sulle nuove indiscrezioni che avvicinano Telecom Italia -0,72% a Vivendi operazione che, secondo alcuni scenari, avrebbe come punto d’arrivo una fusione Telecom-Mediaset. Nel lusso scende Tod’s -0,4%, che ha subito un downgrade a Underperform da Neutral da parte di Credit Suisse. Rimbalza invece Ferragamo +1,9%, promossa da HSBC. Prese di beneficio infine su As Roma – -9,2% dopo l’annuncio di lunedì, a borsa chiusa, che UniCredit ha ceduto per 33 milioni di euro l’intera partecipazione in Neep Roma holding al gruppo che fa capo all’americano James Pallotta.