Sale di nuovo alle stelle la tensione tra Russia e Ucraina nel millesimo giorno di guerra. Dopo il via libera ottenuto dal presidente Usa, Joe Biden, Kiev ha colpito per la prima volta il territorio russo con i missili statunitensi. Lo riferiscono media ucraini. Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin ha approvato un decreto che aggiorna la dottrina nucleare della Russia.
I due presidenti di Usa e Russia cambiano dunque le carte in tavola, portando il conflitto in una nuova fase. Allo stesso tempo, Putin lascia aperta una porta: Se Donald Trump sarà pronto ad “ascoltare le preoccupazioni” della Russia e a “capire le ragioni per cui la Russia sta agendo in questo modo”, sarà possibile un dialogo “per il raggiungimento della pace”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti.
Colpita per la prima la Russia con missili Usa
Le forze di difesa ucraine hanno colpito per la prima volta il territorio russo con i missili balistici Atacms. “Il bersaglio è stato colpito con successo“, ha detto una fonte informata delle Forze di Difesa al media ucraino Rbc. “L’attacco è stato effettuato contro un obiettivo nella regione di Bryansk, che è stato colpito con successo”, ha osservato la fonte. L’attacco, in particolare ha preso di mira una struttura militare vicino alla città di Karachev, che si trova a circa 130 chilometri (80 miglia) dal confine ucraino.
Solo ieri era arrivato il via libera di Joe Biden all’Ucraina per utilizzare i missili di fabbricazione Usa in territorio russo.
La nuova dottrina russa sul nucleare
In base a quanto previsto dal nuovo decreto, la Russia potrà dare una risposta nucleare anche ad attacchi non nucleari da parte dell’Ucraina con l’uso di missili forniti da Paesi occidentali. Lo riferisce la Tass. “Sì, è menzionato”, ha risposto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda dei giornalisti su un aspetto della nuova dottrina nucleare che considera minacce alla sovranità nazionale anche attacchi da Paesi non nucleari ma con il sostegno di Paesi nucleari. E che quindi consentono una rappresaglia nucleare.
Il provvedimento stabilisce inoltre che Mosca potrà utilizzare armi nucleari come “estrema risorsa per proteggere la sovranità del Paese” se essa sarà minacciata da un attacco nucleare o con armi convenzionali. La decisione sul loro impiego spetterà al presidente. Tradotto: sarà Putin e solo Putin a scegliere il da farsi.
“Oggi è stata approvata una nuova versione (della dottrina nucleare, ndr). L’uso dei missili dell’Alleanza (Nato, ndr) in questo modo può ora essere qualificato come un attacco da parte dei paesi del blocco contro la Russia. In questo caso sorge il diritto di reagire con armi di distruzione di massa contro Kiev e le principali installazioni della Nato, ovunque si trovino. E questa è già la Terza Guerra Mondiale“, ha affermato su Telegram il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo Dmitri Medvedev. “Forse il vecchio Biden ha davvero deciso di morire con grazia, portando con sé una parte significativa dell’umanità”, dice.
Il millesimo giorno di guerra tra Russia e Ucraina
Nel millesimo giorno di guerra contro l’invasione russa, l’Ucraina dichiara che continuerà a resistere. “L’Ucraina non si sottometterà mai agli occupanti e i militari russi saranno punti per aver violato le leggi internazionali”, ha dichiarato il ministero degli Esteri di Kiev in una nota ufficiale.
Il comandante in capo delle forze armate ucraine, generale Oleksandr Syrskyi, sottolinea che da mille giorni è in corso una battaglia estremamente difficile e feroce per il futuro dell’Ucraina. Come riportato da Ukrinform, lo si legge sulla pagina Facebook del comandante in capo. “1.000 giorni di guerra su vasta scala. 1.000 giorni di battaglia estremamente difficile e feroce per la nostra esistenza. Per il futuro dell’Ucraina e di ciascuno di noi. 1.000 giorni in cui le forze armate ucraine affrontano il nemico su un fronte che si estende per oltre 1.000 chilometri “, ha detto Sirskyi.
Secondo il generale, “nelle trincee ghiacciate della regione di Donetsk e nelle steppe infuocate della regione di Kherson, sotto le granate, la grandine e il fuoco della contraerea, stiamo lottando per il diritto alla vita. Noi e i nostri figli”. “1000 giorni di vittorie e sconfitte. 1000 giorni di distruzione del nemico. Centinaia di migliaia di invasori non profaneranno più la nostra terra, decine di migliaia di equipaggiamenti nemici non distruggeranno mai le nostre case”, ha sottolineato. Come dichiarò il comandante in capo, “ogni notte oscura, anche se ce ne sono mille, finisce sempre con un’alba. E un giorno sarà l’alba della nostra Vittoria”. Syrskyi ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che lottano e aiutano. “Memoria eterna per tutti coloro che sono morti in questa guerra”, ha sottolineato il generale.