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Ucraina: a Minsk due sì e un nodo irrisolto

La tregua scatterà alla mezzanotte tra il 14 e il 15 febbraio (le 22 in Italia), e non oltre due giorni dopo dovrà cominciare il ritiro delle armi pesanti – Putin: “Serve una riforma della Costituzione di Kiev” – Poroshenko: “Nessuna autonomia” – Merkel e Hollande: “Rimane molto da fare” – Nella notte 50 carri armati russi hanno passato il confine ucraino.

Ucraina: a Minsk due sì e un nodo irrisolto

A Minsk, dopo una maratona negoziale durata oltre 15 ore, il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che sono stati raggiunti “accordi sui punti principali” per arrivare a una riconciliazione nel sudest dell’Ucraina. L’intesa prevede il ritiro delle armi pesanti dalla regione del Donbass e un cessate il fuoco che scatterà alla mezzanotte tra il 14 e il 15 febbraio (le 22 in Italia). Alla riunione fiume hanno partecipato, oltre al presidente ucraino Petro Poroshenko, anche la cancelliera tedesca Angela Merkel e il numero uno dell’Eliseo, François Hollande.

Il ritiro delle armi pesanti dovrà cominciare non oltre il secondo giorno successivo all’entrata in vigore della tregua e dovrà essere completato nell’arco di 14 giorni, specifica il documento firmato a Minsk, che contiene un pacchetto di misure per dare piena attuazione alla tregua firmata a settembre sempre nella capitale bielorussa.

Putin ha ribadito che “per una soluzione politica” del conflitto in Donbass è necessaria “una riforma costituzionale in Ucraina in cui dovrebbero essere sanciti i diritti delle persone che vivono nel territori del Donbass”. Parole a cui Poroshneko ha risposto sottolineando che gli accordi siglati a Minsk non prevedono alcuna autonomia per le aree sotto il controllo dei ribelli separatisti nell’est dell’Ucraina.

Nonostante il risultato ottenuto oggi, Putin ha precisato che “i negoziati tra Kiev e l’Est Ucraina sono a un punto morto” e per questo il leader del Cremlino ha chiesto alle parti di “fermare il bagno di sangue e lanciare un vero processo di pace il prima possibile”. 

Il Presidente russo ha poi spiegato di aver deciso con Poroshenko d’incaricare esperti militari di valutare la situazione e soprattutto la posizione delle parti sul fronte di Debaltsevo. Secondo Putin, il ritardo nei negoziati è dovuto al fatto che le autorità di Kiev hanno continuato a rifiutare di avere contatti diretti con i rappresentanti filo-russi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk.

Quella raggiunta a Minsk è una “soluzione politica complessiva”, che rappresenta una “speranza importante”, anche se “non tutto è stato fatto”, ha commentato Hollande

Anche per Merkel l’accordo è “un segnale di speranza”, essendo stata concordata “l’implementazione complessiva degli accordi di Minsk”, ma “ora naturalmente devono essere fatti passi concreti. E ci sono ancora grandi ostacoli davanti a noi”. La cancelliera ha detto che è stato Putin a “convincere” i separatisti filorussi alla tregua. “Non abbiamo alcuna illusione, comprendiamo che deve essere fatto un sacco di lavoro. Ma c’è una reale possibilità di migliorare la situazione”, ha aggiunto.

Meno diplomatico il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, secondo cui la tregua sottoscritta “non è una soluzione globale e ancor meno una svolta”: si tratta piuttosto di “un passo avanti che ci allontana da una spirale di escalation militari”, ma che deve essere accolto “senza euforia, perché è stato un parto difficile”.

Anche il premier italiano Matteo Renzi ha definito “un passo avanti importante” il risultato raggiunto in Bielorussia: “Adesso aspettiamo che cosa ci dicono François e Angela: per quel che abbiamo letto è un ottimo risultato”, ha aggiunto.

Renzi si trova a Bruxelles, dove oggi alle 15 (e non alle 13 come inizialmente indicato) inizierà il Consiglio europeo con i capi di Stato e di governo dell’intera Unione. Al centro del dibattito, la situazione Ucraina e la crisi greca. 

Intanto, le novità in arrivo dalla Bielorussia piacciono ai mercati: a fine mattinata Piazza Affari sale del 2,19%, mentre Francoforte guadagna l’1,42%, Londra lo 0,48%, Parigi lo 0,78%, Atene il 3,6% e Madrid +1,58%. 

AGGIORNAMENTO

A fine mattinata è stata diffusa la notizia secondo cui una colonna di 50 carri armati e altri mezzi militari russi sarebbe entrata in Ucraina dal confine sudorientale. Il passaggio sarebbe avvenuto nella notte, proprio mentre erano in corso i negoziati di Minsk. A riferirlo è stato il portavoce delle forze armate ucraine, Andrii Lisenko, citato dall’agenzia Ukrinform. 

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