Ubs raddoppia l’utile netto nel terzo trimestre del 2020, registrando un rialzo del 99% su base annua a 2,1 miliardi di dollari (1,7 miliardi di euro) grazie alla performance della banca di investimenti e gestione patrimoniale.
L’utile ante imposte è cresciuto del 92%, arrivando a quota 2,6 miliardi, il miglior risultato di terzo trimestre degli ultimi dieci anni. L’utile ante imposte rettificato si attesta a 2,1 miliardi, +41% su base annua. In grande spolvero la divisione di investment banking, che ha registrato un aumento dell’utile ante imposte del 268% durante il trimestre “grazie a un picco negli scambi sui mercati azionari che ha più che compensato il calo dell’attività di consulenza”, fa sapere Ubs in una nota. La banca ha stanziato 1,5 miliardi di dollari per il riacquisto di azioni proprie il prossimo anno.
Andando avanti coi parametri, il reddito operativo è aumentato del 26% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno, a 8,9 miliardi di dollari, mentre il rendimento del capitale CET12 è pari al 21,9%, il coefficiente costi/ricavi è del 70,4%; l’utile diluito per azione è a 0.56 dollari.
Il Coefficiente patrimoniale CET1 è pari al 13,5% e l’indice di leva finanziaria CET13 si attesta al 3,8% “dopo la costituzione di riserve per 1,5 miliardi di dollari destinate a potenziali riacquisti di azioni proprie a partire dal 2021”, precisa Ubs.
In virtù dei risultati conseguiti, il cda dell’istituto svizzero ha proposto il versamento della seconda tranche del dividendo per il 2019, pari a 0.365 dollari per azione, a novembre 2020.
“I risultati del terzo trimestre continuano a dimostrare che la nostra strategia ci sta differenziando e acceleriamo continuamente il ritmo del cambiamento”, ha detto l’amministratore delegato Sergio Ermotti nel suo ultimo mese alla guida della più grande banca svizzera. Dovrebbe essere sostituito a novembre dall’ex capo di Ing Ralph Hamers.
Dopo la diffusione dei risultati del III trimestre, alla Borsa di Zurigo il titolo Ubs guadagna il 2,38% a 11,19 franchi.