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Ubs: utile +19% e ricavi +2% nel trimestre

Le attività di gestione patrimoniale hanno aumentato le entrate del 5% a 4,1 miliardi di franchi – La Banca svizzera ritiene che “le prospettive di crescita globale continueranno a sostenere i mercati nonostante le tensioni geopolitiche e l’ascesa del protezionismo”.

Ubs: utile +19% e ricavi +2% nel trimestre

Ubs archivia il primo trimestre 2018 con un utile netto pari a 1,5 miliardi di franchi svizzeri (1,2 miliardi di euro), in rialzo del 19% su base annua. L’utile ante imposte si è attestato a 1,973 miliardi di franchi (+17%), mentre il dato ante imposte rettificato si è fermato a 1,876 miliardi, in calo del 3% su anno. Il fatturato, invece, è salito a quota 7,6 miliardi di franchi (+2%), spinto dal risultato della gestione patrimoniale e dalle attività di investment banking.

“Il 2018 è iniziato in maniera eccellente – ha detto Sergio Ermotti, Group Chief Executive Officer – I nostri risultati dimostrano ancora una volta la forza del nostro business diversificato. La dinamica attuale della nostra banca è buona e continuiamo a investire sulla crescita e sull’efficienza”.

Sempre nel primo trimestre, la raccolta netta del colosso bancario svizzero si è attestata a 50 miliardi di franchi nelle attività di gestione patrimoniale e asset management, mentre il coefficiente patrimoniale Cet1 è risultato pari al 13,1% e l’indice di leva finanziaria Cet1 al 3,76%.

Le attività di gestione patrimoniale hanno aumentato le entrate del 5% a 4,1 miliardi di franchi, grazie ai margini di interesse più elevati e a commissioni più basse. I flussi netti di nuovi capitali sono ammontati a 19 miliardi di franchi svizzeri.

Nel settore del merchant banking, i ricavi sono aumentati del 10% a 2,3 miliardi di franchi, in particolare grazie alla sua attività sui mercati azionari.

Quanto alle previsioni per il futuro, Ubs ritiene che “le prospettive di crescita globale continueranno a sostenere i mercati, e questo nonostante le tensioni geopolitiche e l’ascesa del protezionismo rappresentino tuttora una minaccia alla fiducia degli investitori”.

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