Too big to manage. Deve essere questa la sensazione che serpeggia tra i cantoni elvetici dopo che Ubs ha dovuto comprarsi il Credit Suisse in difficoltà. La soluzione allora potrebbe essere lo spezzatino: uno spinoff in grado di dividere il buono dal cattivo, il profittevole dalla zavorra.
Dopo essersi presa in carico la dirimpettaia della piazza principale di Zurigo, Ubs diventerebbe una banca che marcia il doppio rispetto al Pil dell’intera Svizzera, con patrimoni in gestione che varranno sei volte più dell’intera economia nazionale. Da qui la paura che un gruppo così grande possa essere troppo difficile da gestire e che distrugga la concorrenza all’interno della Confederazione.
Da un sondaggio, la maggior parte vuole la scoporazione di Credit Suisse
E subito è scattato un sondaggio organizzato da quotidiano locale Sonntagsblick, secondo cui il 62% dei 7400 partecipanti ritiene che sarebbe più opportuno se Credit Suisse venisse scorporata da Ubs.
L’acquisto di Credit Suisse da parte di Ubs, che a sua volta era stata decisamente aiutata a risollevarsi nel 2008, è stato deciso in fretta e furia dal governo e dalla Banca centrale svizzera nel corso delle tormentata domenica 19 marzo per evitare di innescare una crisi finanziaria più ampia. La mossa non è piaciuta a tutti. Ma anche l’idea dello spinoff, non è facile da organizzzare: “Per ora non è sul tavolo” si è affrettato a dire il responsabile della Banca nazionale svizzera Thomas Jordan.
La creazione di una bad bank per investitori esteri
L’idea, non nuova per la verità, è di convogliare verso Ubs la maggior parte degli attivi in bonis che Credit Suisse detiene in Svizzera, creando poi una bad bank per le attività ad alto rischio da destinare a operatori stranieri. Un’ipotesi su cui oggi scommette anche il mercato: “un takeover di Credit Suisse è lo scenario più probabile”, scrivono in una nota gli analisti di Jp Morgan.
Anche l’anno scorso se ne parlava, mentre erano in corso le trattative con i nuovi azionisti mediorientali nell’ambito della ricapitalizzazione da 4 miliardi lanciata in autunno. Il progetto però non è mai decollato. Ancora a gennaio il presidente di Ubs Colm Kelleher aveva smentito pubblicamente un interesse del gruppo per l’operazione. Ma la crisi degli ultimi giorni avrebbe però impresso una forte accelerazione al dossier.
Tanto più che, visto il gigantismo di cui risulta ora essere affetta Ubs, è difficile che le autorità antitrust possano accettare la formazione di un potere economico così ampio nelle mani di una sola impresa e uno spin off di una parte di attività potrebbe essere il benvenuto. Inoltre una tale operazione avrebbe la funzione di preservare la stabilità e l’integrità del sistema bancario nazionale, oltre che di tutelare l’occupazione, considerando che in Svizzera Credit Suisse dà lavoro a circa 16 mila dipendenti.