Ubs, la prima banca privata nel mondo, va a processo in Francia. Mercoledì l’istituto comparirà davanti ai giudici di Parigi e dovrà difendersi da un’accusa pesantissima: aver violato le regole attraverso la sua filiale francese, nascondendo miliardi di euro di beni non dichiarati al fisco.
Il colosso svizzero è accusato di aver inviato illegalmente i propri venditori in Francia per scavare nella ricca clientela di Ubs France, contattarla a ricevimenti, feste di caccia o eventi sportivi, e convincerla ad aprire in Svizzera conti non dichiarati. Per mascherare il flusso di capitale illecito tra i due paesi, la banca è anche sospettata di aver istituito una doppia contabilità.
Il procuratore finanziario nazionale (PNF) nel mese di novembre ha richiesto una multa di 3,7 miliardi di euro nei confronti di UBS AG per sanzionare uno schema di frode “di portata eccezionale” realizzato in un periodo di otto anni, tra il 2004 e il 2012. Una sanzione che, se conformata, rappresenterebbe una delle multe più alte mai comminate in Francia, giustificata secondo l’accusa da “un attacco inaccettabile” perpetrato “contro il patto repubblicano” in un momento in cui il l’evasione e il riciclaggio di denaro sono diventati un “fenomeno di massa” con “metodi industriali”, ha spiegato il procuratore Serge Roques.
Contro la filiale francese di Ubs invece, la procura ha chiesto una multa di 15 milioni di euro per complicità. Sono stati chiesti fino a 500.000 euro di multe e due anni di carcere sospesi contro sei ex dirigenti. Lo Stato, parte civile, ha richiesto 1,6 miliardi di danni.
La difesa ha cercato di frenare l’accusa di “dimostrare un sistema globale” di frode “invece di provare” i crimini di ciascuno. “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi, questo è ciò che spinge il metodo globale, tenetelo da parte”, ha dichiarato Denis Chemla per UBS AG, chiedendo il prosciogliomento.