Ubi Banca archivia il 2018 con profitti al netto delle poste non ricorrenti di 302,4 milioni, contro i 188,7 milioni nel 2017. Si tratta del miglior risultato degli ultimi 10 anni. L’utile netto contabile si attesta a 425,6 milioni, dai 49,7 milioni del 2017 e al netto dei 640,8 milioni di badwill derivante dall’acquisizione di Banca Etruria, CariChieti e Banca Marche.
Il Cda proporrà all’assemblea un dividendo di 12 centesimi per azione, con un premio del 5,4% sul prezzo di chiusura del titolo al 7 febbraio 2019.
I risultati consolidati del gruppo includono, a partire dal primo aprile 2017, le 3 Banche recentemente acquisite. A causa della differenza di perimetro, non è quindi significativo il raffronto dell’esercizio 2018 con quello 2017. Più rilevante il confronto su base trimestrale a parità di perimetro.
Ubi ha chiuso il quarto trimestre dell’anno scorso con profitti al netto delle componenti non ricorrenti per 41,8 milioni di euro. Un risultato superiore sia ai 38,5 milioni di euro nel terzo trimestre 2018 che ai 21,4 del quarto del 2017. L’utile netto contabile ha raggiunto invece i 215,1 milioni, dagli 1,6 milioni del terzo trimestre 2018. Nel quarto trimestre 2017, invece, l’istituto aveva registrato una perdita di 11,9 milioni di euro.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali, il CET1 di Gruppo si attesta all’11,70% phased in e all’11,34% fully loaded, (era rispettivamente l’11,79% phased in e l’11,42% fully loaded al 30 settembre 2018), e include l’aggiornamento delle serie storiche (-29 bps). A fine anno, il Total Capital Ratio del Gruppo ammonta al 13,80% phased in (era il 14,25% al 30.9.2018) e al 13,44% fully loaded (era il 13,89% al 30.9.2018).
“Nonostante le condizioni avverse – commenta il Ceo di Ubi Banca, Victor Massiah – riteniamo che possiamo impegnarci a cercare di realizzare per il 2019 un utile superiore a quello già molto in crescita per il 2018. Abbiamo conoscenze, risorse, solidità, soluzioni che a mio avviso ci permettono di poter realizzare questo auspicio”. Sul versante dei crediti deteriorati, “alla fine del 2018 abbiamo ridotto i nostri gross NPL a una dimensione inferiore ai 10 miliardi. È un momento simbolico: siamo a 9 miliardi e 700 milioni; avevamo promesso di scendere in maniera importante e siamo scesi. E siamo scesi in maniera autonoma. Non abbiamo alcun progetto di vendita della nostra piattaforma di recupero crediti”.