Il mercato si aspettava una prima risposta sul rilancio proposto da Intesa Sanpaolo lo scorso 17 luglio e invece il cda di Ubi Banca ha preferito prendere tempo in attesa di visionare il supplemento prospetto informativo. “Il consiglio di amministrazione di Ubi Banca – si legge nella nota dell’istituto guidato da Victor Massiah – ha preso atto del rilancio da parte di Intesa Sanpaolo in merito all’offerta pubblica di scambio e ora attende la pubblicazione del supplemento al Prospetto Informativo, a seguito della quale si riunirà per esprimersi al riguardo”
Informazioni interessanti arrivano però dalla nota in cui Ubi Banca comunica, su richiesta della Consob, alcune integrazioni in merito al parere del cda sull’ops di Intesa Sanpaolo.
Nel dettaglio, la commissione ha chiesto alla banca di precisare che, in caso di perfezionamento dell’offerta, “sarà soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Intesa Sanpaolo” anche qualora l’istituto guidato da Carlo Messina raggiungesse una percentuale compresa tra il 50% più un’azione e il 66,67% del capitale.
La risposta di Ubi sembra essere un secco “No”. Secondo l’istituto presieduto da Letizia Moratti, sotto il 66,7% Intesa “non potrà imporre dismissioni filiali a Bper”.
In riferimento all’accordo con Per per la dismissione di oltre 500 filiali, il cda” ha ritenuto ravvisabile alcun interesse ‘di gruppo’ in relazione alla cessione del ramo bancario, giacché l’operazione di dismissione, da realizzarsi ‘per prevenire il sorgere di situazioni potenzialmente rilevanti a fini Antitrust’ è meramente funzionale all’attuazione di impegni assunti da Intesa Sanpaolo nel suo esclusivo interesse”, si legge nella nota”.
“Tale cessione – continua il comunicato – “rappresenterebbe, infatti, un ‘costo’ per ottenere il controllo della banca che Intesa Sanpaolo intende far gravare su Ubi Banca e, per riflesso, sui suoi azionisti”.
Al contrario, per Ubi la cessione del ramo bancario “modificherebbe la natura” della banca, trasformandola “in una mera articolazione territoriale della rete distributiva di Intesa SanPaolo priva della capacità di operare quale autonomo centro di profitto”.
“È ragionevole ritenere che il pregiudizio subito da Ubi Banca non potrà in alcun modo considerarsi ‘compensato’ dall’appartenenza al gruppo Intesa Sanpaolo e che, pertanto, nemmeno in ragione del ‘risultato complessivo dell’attività di direzione e coordinamento’, Intesa Sanpaolo potrà legittimamente imporre alla banca la dismissione del ramo bancario” a Bper”, conclude la nota.
AGGIORNAMENTO
Intesa Sanpaolo fa sapere che la Consob ha approvato il supplemento al prospetto informativo relativo all’aumento dell’Ops su Ubi Banca e al provvedimento con cui l’Antitrust ha dato il via libera all’operazione. Gli investitori che hanno aderito all’offerta prima della pubblicazione del supplemento hanno diritto a revocare la propria adesione.