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Ubi: l’utile trimestrale batte le stime

Le rettifiche di valore nette per deterioramento crediti nel secondo trimestre sono pari a 198,9 milioni in discesa del 13,7% rispetto all’analogo periodo del 2014.

Ubi: l’utile trimestrale batte le stime

Ubi chiude il secondo trimestre con un utile netto consolidato di 48,5 milioni di euro, sostanzialmente stabile rispetto ai 48,1 milioni del secondo trimestre 2014 ma superiore al consensus degli analisti di 42 milioni di euro.

I ricavi, si legge in una nota, segnano complessivamente una flessione del 4,5% a 842,9 milioni circa (1,7 miliardi nel primo semestre -1,6%) dopo un margine di interesse in calo dell’8,3% a 416,5 milioni (847,1 milioni nel semestre -6,8%) che risente del minore contributo del portafoglio titoli.

Le rettifiche di valore nette per deterioramento crediti nel secondo trimestre sono pari a 198,9 milioni in discesa del 13,7% rispetto all’analogo periodo del 2014. Stimato a regime il CET1 è pari al 12,33% da 12,2% di fine marzo. Il Cet1 ‘phased in” è pari al 12,94% da 12,45%.

“Quello che mi sento di dire è: noi pondereremo attentamente; non dobbiamo: possiamo. Sceglieremo solo a condizione che le regole siano estremamente chiare e creino valore per tutti noi”. Così il consigliere delegato di Ubi Banca, Victor Massiah, in merito al processo di consolidamento del settore nel corso di una videointervista per presentare la semestrale. 

“E’ molto importante ricordarci tutti che non è vero che un’aggregazione è necessariamente positiva – ha aggiunto -. Bisogna ricordarsi che oltre il 50% delle aggregazioni, in qualunque settore industriale, non ha prodotto generazione di valore, ma al contrario ha distrutto valore”. 

Le aggregazioni positive, ha notato Massiah, sono state “quelle che hanno avuto delle regole molto chiare di ingaggio dall’inizio, dove erano stati perfettamente individuati dall’inizio i problemi e le soluzioni possibili. Devo anche dire che le aggregazioni fra banche forti sono quelle che hanno funzionato meglio. Ora le possibili aggregazioni funzioneranno sotto regole nuove perché non ci sono mai state fino a oggi operazioni nel nostro mercato che dovessero tenere conto dei nuovi coefficienti di capitale, dei nuovi coefficienti di liquidità, della leva e di uno stato dei crediti particolarmente complesso”.

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