Confindustria e Ubi Banca firmano un addendum all’accordo di collaborazione siglato un anno fa volto a sostenere le imprese.
L’intesa è stata prorogata fino al 31 dicembre del 2020 e prevede un plafond da 1 miliardo di euro finalizzato a concedere finanziamenti a medio e lungo termine alle aziende che investono in ricerca, sviluppo e innovazione oltre a iniziative specifiche per offrire, anche attraverso i Digital Innovation Hub (DIH) costituiti presso il sistema confindustriale, un supporto finanziario e una consulenza alle aziende intenzionate a beneficiare delle opportunità del Piano Nazionale “Industria 4.0”.
L’addendum stabilisce inoltre lo sviluppo delle “Filiere 4.0” e l’evoluzione ELITE Lounge. “Lo scorso marzo . si legge in una nota – grazie alla collaborazione con Confindustria, 21 aziende sono entrate nella ELITE UBI Banca Lounge e sono state affiancate dalla banca nella fase di training sul confronto strategico con gli azionisti ed il management per identificare eventuali operazioni di finanza straordinaria. Alcune aziende hanno chiuso operazioni strategiche con l’aiuto di UBI Banca”.
Si stabilisce inoltre un’impegno a implementare la diffusione del welfare aziendale e la prosecuzione della collaborazione nell’ambito dei Digital Innovation Hub.
“L’accordo di oggi – secondo Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria – riafferma ancora una volta il nostro impegno, condiviso con UBI, nella creazione di un rapporto banca-impresa in grado di accompagnare l’industria italiana nelle nuove sfide competitive dell’innovazione e della trasformazione digitale. Il Piano Industria 4.0 ha dimostrato la sua efficacia sull’economia reale e ha contribuito a far ripartire crescita e investimenti. Dobbiamo proseguire su questa strada e le aziende, attraverso la sinergia con il sistema bancario, vanno messe nella condizione di coglierne tutte le opportunità. La scelta di arricchire la collaborazione con UBI anche con iniziative dedicate allo sviluppo di Filiere 4.0, alla promozione di investimenti sostenibili 4.0, al sostegno alle aziende impegnate in processi di crescita che comportano l’apertura ai mercati dei capitali e allo sviluppo della cultura del welfare, ha un significato strategico che ribadisce il ruolo delle imprese come protagoniste dello sviluppo e del benessere della comunità, capaci di creare lavoro e valore per il territorio”.