Ubi Banca ha chiuso il 2016 con una perdita di 830,2 milioni, in netta flessione rispetto all’utile di 116,8 milioni registrato nel 2015, a causa di oneri straordinari legati all’attuazione del piano industriale lanciato a giugno 2016 (circa 850 milioni netti), ai contributi al Fondo di Risoluzione (50,4 milioni netti) e alla svalutazione del Fondo Atlante (52,9 milioni netti).
Al netto di questi oneri, il 2016 si è chiuso con un utile normalizzato di 111,6 milioni (189 nel 2015), che sconta una riduzione significativa dell’apporto della finanza (153,7 milioni rispetto ai 290,6 del 2015) e maggiori contributi ordinari al Fondo di Risoluzione e al Deposit Guarantee Scheme per 33,2 milioni.
Il solo quarto trimestre si è chiuso con un risultato pari a -75,6 milioni, contro un utile di 32,5 milioni nel 3 trim 2016, in ragione principalmente della contabilizzazione di complessivi 103,2 milioni netti relativi al contributo straordinario al Fondo di Risoluzione e alla svalutazione del Fondo Atlante. Al netto delle voci non ricorrenti, il quarto trimestre del 2016 si è chiuso con un utile di 26,4 milioni rispetto ai 37,1 del trimestre precedente.
Gli oneri operativi sono scesi dell’1% a 2,2 miliardi, per un rapporto cost/income salito al 69%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 fully loaded è all’11,22% (da 11,28% in settembre) e non include ancora l’effetto della deducibilità fiscale delle maggiori rettifiche su crediti (+40 punti base). Il Cda proporrà la distribuzione di un dividendo da 0,11 euro per azione, in linea con quello dello scorso anno.