Uber è condannata alla Brexit. O meglio, l’app dei trasporti più conosciuta (e controversa) al mondo non potrà più operare a Londra. Lo ha deciso Transport for London (TfL), società che gestisce i servizi di trasporto pubblico nella capitale britannica.
Stando a quanto riporta il sito della Bbc, Tfl giudica positivamente alcuni cambiamenti apportati da Uber alla propria attività nell’ultimo anno, ma continua a ritenere la app di noleggi con conducente “inadatta” come titolare di licenza.
L’inizio di questa storia risale al 2017, quando Uber perse per la prima volta l’autorizzazione a operare sulle strade di Londra per timori legati alla sicurezza. In seguito, la società americana riuscì a tamponare la ferita, ottenendo una proroga di 15 mesi, scaduta lo scorso settembre e ulteriormente prolungata di due mesi. Ora però il tempo è finito per davvero: domenica 24 novembre il conto alla rovescia si è azzerato, senza che nel frattempo Tfl abbia cambiato idea.
“In qualità di Authority per la regolamentazione dei servizi di noleggio privato a Londra, oggi siamo chiamati a decidere se Uber è idonea e appropriata al possesso di una licenza – ha detto Helen Chapman, direttore licensing, regulation and charging di TfL – La sicurezza è in assoluto la nostra massima priorità. Anche se riconosciamo che Uber ha apportato delle migliorie, è inaccettabile che Uber abbia consentito ai passeggeri di salire sui minicab con conducenti potenzialmente non autorizzati e sprovvisti di assicurazione”.
La partita, però, non è ancora conclusa. Uber ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso, sottolineando che potrà continuare a operare sul suolo londinese per tutto il periodo necessario a esaminarlo.