Tutto pronto per lo sbarco in Borsa di Uber. Sarà l’Ipo più grande degli ultimi 7 anni – dopo quella del 2012 di Facebook – e la maggiore di quest’anno negli Stati Uniti. In un periodo di forti turbolenze sui mercati, la società ha preferito un approccio cauto, fissando il prezzo di collocamento a 45 dollari per azione, nella parte più bassa della forchetta indicata (tra 44 e 50 dollari per azione. A pesare sulla scelta c’è anche l’andamento di Lyft, rivale di Uber, che dal giorno della sua quotazione ha perso il 25% del suo valore.
Il debutto del colosso “nemico dei taxi”, che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione mobile che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti, è attesissimo. Uber offre agli investitori 180 milioni di titoli, puntando a raccogliere 10 miliardi di dollari. La valutazione complessiva della società ammonta a circa 80 miliardi, molto meno dei 120 miliardi prospettati a settembre alla Sec dagli advisor bancari.
Il titolo debutta oggi venerdì (Wall Street apre alle 15.30, ora italiana) sul New York Stock Exchange, con il simbolo UBER. L’Ipo è seguita da Morgan Stanley, Goldman Sachs e Bank of America Merrill Lynch e Barclays, quest’ultima unica banca europea ad agire in qualità di active bookrunner.
Da sottolineare che, mentre i vertici della società saranno impegnati a seguire gli ultimi dettagli della quotazione, i lavoratori di Uber – inquadrati come autonomi e non come dipendenti – sono scesi in piazza, accompagnati da quelli di Lyft per chiedere migliori condizioni di lavoro e salari più alti. Lo sciopero non riguarda solo gli Stati Uniti, ma anche Regno Unito, Sud America e Oceania.