Abortisce il progetto dell’auto a guida autonoma di Uber. La società californiana ha infatti deciso di dire addio ad un progetto partito cinque anni fa e sul quale puntava molto, al punto di averci investito 2,5 miliardi di dollari: ma la divisione Atg (Advanced Technology Vehicles), creata per studiare l’applicazione dell’intelligenza artificiale alla guida e per rivoluzionare non solo il business di Uber (che nasce come ride sharing) ma l’intera mobilità del futuro, non era più sostenibile. Per quanto infatti Atg abbia ancora una valutazione di 7,2 miliardi di dollari, nell’ultimo trimestre ha registrato una perdita di 303 milioni di dollari, anche a causa delle difficoltà a portare avanti i test durante la pandemia di Covid-19.
Inoltre, negli ultimi anni alcuni di questi test hanno creato grossi problemi: nel 2018 in Arizona un’auto a guida autonoma di Uber ha investito e ucciso un pedone, e il tribunale ha recentemente condannato per omicidio colposo la persona che si trovava a bordo dell’auto per supervisionare la sicurezza del veicolo. Uber è stata scagionata, ma questa decisione ha creato un pericoloso precedente giudiziario e soprattutto ha costretto la società a interrompere i test in Arizona, per spostarsi a Pittsburgh. Ora il colosso della sharing economy, fondato nel 2009 da Travis Kalanick, ha deciso di dire basta: cede Atg ad Aurora, una startup specializzata in robocar nella quale lavorano molti ex ingegneri e manager di Google, Tesla e della stessa Uber, che infatti in cambio dell’attività otterrà il 26% del capitale di Aurora, nella quale investirà 400 milioni di dollari.
La notizia è stata riportata dal Financial Times, che ha anche precisato che Aurora rileverà la metà dei dipendenti di Atg (che oggi sono 1.200), raddoppiando così la sua forza lavoro, e che l’attuale CEO di Uber, il manager di origine iraniana Dara Khosrowshahi, siederà nel Cda della startup fondata nel 2017 e che tra i suoi finanziatori annovera anche colossi del calibro di Amazon e Hyundai. Questa di Atg è la seconda grande cessione operata di recente da Uber, che si era già liberata della società di bike sharing Jump. Ora il business torna alle origini, cioè al servizio di “taxi privato”, e punterà sempre di più sulla consegna di cibo a domicilio con Uber Eats.