L’Opa da 43 miliardi di dollari lanciata da Elon Musk per conquistare Twitter è già in salita. E parecchio. il board di Twitter sta alzando le barricate per impedire l’arrivo del vulcanico miliardario e vota in fretta e furia le cosiddette poison pill, le pillole avvelenate come si chiamano in gergo le norme e le operazioni che devono rendere difficile o addirittura impossibile la scalata di una società. Ma anche Wall Street dubita sulla validità dell’offerta perché non è sicuro che Musk, pur ricchissimo, abbia davvero tutta la liquidità necessaria a conquistare e a rilanciare Twitter. “Se ho i soldi per l’acquisizione di Twitter? Beh, ho asset sufficienti e posso farcela” risponde Musk a chi lo interroga sulle sue disponibilità per Twitter ma un conto è parlare di asset e un altro conto è disporre della liquidità necessaria. Secondo la rivista Forbes Musk ha un patrimonio personale di 260 miliardi di dollari ma rappresentato principalmente da azioni di Tesla e SpaceX che, se vendute per fare cassa, si deprezzerebbero immediatamente, come notava stamattina “la Repubblica”.
Opa Musk su Twitter. L’emiro saudita l’ha già bocciata: “È troppo bassa”
Sia come sia, il board di Twitter non vede affatto di buon’occhio l’Opa di Musk e si prepara a sbarrargli strada non solo perchè teme per le proprie poltrone ma perchè pensa che l’arrivo di un personaggio ingombrante come Musk possa stravolgere la piattaforma. Il board di Twitter si appoggia anche ai numeri e considera insufficiente l’offerta di 54,20 dollari ad azione per un titolo che solo un anno fa aveva raggiunto i 77 dollari ad azione. Uno dei soci, l’emiro saudita Alwaleed bin Talal, ha già bocciato l’Opa di Musk con parole che non lasciano dubbi: “Non credo che si avvicini al valore intrinseco di Twitter, date le prospettive di crescita”.
Musk si arrenderà o andrà avanti? “Ho un piano B”
Musk si ritirerà o alzerà l’offerta? Difficile prevedere come si svilupperà la battaglia nei prossimi giorni ma per il miliardario di Tesla resta sempre il problema della ricerca di liquidità per rafforzare la sua offerta per Twitter. Ecco perché il board di Twitter non ha perso tempo e ha già votato le cosiddette poison pill per resistere alla scalata. Però Musk non s’arrende: “Ho un piano B” ha risposto a chi gli chiedeva come i intendesse affrontare le difficoltà della scalata a Twitter. Ma quale sia realmente il piano B lo sa solo lui.