X

Twitter: Musk che farà realmente? Ha già perso 126 miliardi, ma si consola con la navicella di Cristoforetti

FIRSTonline

Corre verso la stazione spaziale la navicella che trasporta Samantha Cristoforetti e i suoi colleghi. In orario e senza intoppi, grazie alla spinta del razzo Falcon 9 di Space x. Anzi, alle due di notte, quando la Crew Dragon arriverà a destinazione, i tecnici della società di Elon Musk avranno già completato il recupero del propulsore, da riutilizzare per le prossime missioni della Nasa. Un altro miracolo, mica tanto piccolo, di mister Tesla, il genio che ha trovato il modo di abbassare in maniera considerevole il costo delle avventure nello spazio.

Le ripercussioni sul titolo Tesla

Ma Wall Street, impietosa, ieri ha celebrato i successi del tycoon con un ribasso clamoroso del titolo Tesla: -12%, ovvero 126 miliardi di dollari andati in fumo per colpa di un uccellino. La notizia dell’acquisto di Twitter ha scatenato le vendite sul titolo dell’auto elettrica, nella convinzione che Musk, per acquistare la totalità delle azioni del social network, abbia in pratica messo a rischio il controllo dell’auto elettrica. Per reperire i 44 miliardi necessari per acquistare Twitter, Musk ha dovuto dare in garanzia 60 miliardi in titoli alle banche che hanno finanziato in parte (23 miliardi) l’operazione, prima fra tutte Morgan Stanley. Ma ha anche dovuto tirare fuori altri 21 miliardi di tasca propria, probabilmente vendendo gli ultimi premi in azioni confezionati in questi mesi. Non capita tutti i giorni che l’uomo più ricco del mondo metta a rischio il 10-15% del patrimonio per una scommessa personale, senza poggiare sul mercato.

Gli avversari di Musk

Insomma, una mossa che può essere un colpo di genio oppure una follia. O entrambe le cose. Anche perché, come scrive l’analista Jeffrey Halley, “Wall Street sta iniziando a chiedersi come Elon Musk potrà gestire Tesla, Starlink, Space-X e Twitter contemporaneamente.” Anche i geni hanno dei limiti. E molti potenziali nemici si stanno chiedendo il perché di questa mossa. Dove vuole arrivare il tycoon che promette di diventare il primo uomo a sbarcare su Marte?

E così la sortita di Musk su Twitter ha immediatamente fatto scattare una serie di reazioni e di sospetti. Sia negli Usa, dove il nemico Jeff Bezos ha parlato di un possibile favore alla Cina, sede di una fabbrica Tesla, che in Europa.

Il commissario Ue Thierry Breton, richiamandosi alla recente normativa europea sulle regole cui devono sottomettersi i social network, il Digital Act Service, è intervenuto sottolineando che “spetterà a Twitter adattarsi alle regole. Penso che Elon Musk conosca molto bene l’Europa – ha aggiunto – Sa molto bene che abbiamo alcune regole per il settore automobilistico e le comprende. Quindi in Europa, per proteggere la libertà di parola e per proteggere gli individui, qualsiasi azienda dovrà rispettare le nostre regole”.

Musk e il primo emendamento

Preoccupazioni fondate? Probabilmente sì, a giudicare dai programmi annunciati da Musk. Il tycoon si è già schierato per la più assoluta libertà di parola ai sensi del primo emendamento. Di qui la volontà di ridurre al minimo la moderazione dei contenuti, che ai suoi occhi di libertario appare comunque una censura: chiunque, ha ripetuto, dovrebbe poter scrivere qualunque cosa, entro i limiti della legge. Senza censure, perché “io spero che anche il mio peggior critico rimanga su Twitter”, ha detto Musk.

Perché Musk vuole sganciare Twitter dalla Borsa?

Twitter diventerà una società privata, lontana dalla Borsa, in modo da essere più libera da regole e vincoli. Non sarà più sotto l’occhio della Security and Exchange Commission, che nel 2018, dopo l’annunciata (e mai concretizzata) privatizzazione di Tesla, aveva vietato a Musk di twittare senza un controllo preventivo per evitare che le sue dichiarazioni impattassero sul titolo della società di auto elettriche.

La nuova Twitter, liberata dai vincoli di Borsa, potrà puntare a un modello di crescita diverso: meno vincoli con la pubblicità, lo sviluppo di abbonamenti e altri servizi, minor dipendenza dal fatturato a breve.

Twitter, Trump e il Texas

In questa cornice sembra scontata la fine della squalifica di Donald Trump, già grande utente del social, estromesso assieme all’estrema destra dopo l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Anche se l’ex presidente ha già detto che ormai dispone di network alternativi per esprimere il suo pensiero. Ma i repubblicani esultano. “Aspettatevi – dichiara un senatore del Gop sul Wall Street Journal – che i progressisti si mettano a urlare contro le novità in arrivo. Un inizio potrebbe essere quello di rompere quella che sembra la monocultura nel quartier generale di Twitter a San Francisco. Forse Musk sposterà l’azienda in Texas, come ha fatto con Tesla. Quanti programmatori di Twitter sono mai stati a un rodeo?”.

Limiti e potenzialità di Twitter

Chissà, forse sarà più difficile spostare l’uccellino in Texas che portare un astronauta nello spazio. Anche per la natura particolare di Twitter, un social network che finora non ha guadagnato un solo dollaro e che, prima dell’offerta di Musk (54,20 dollari per azione), veleggiava in Borsa a quota 39 dollari, ben lontana dai massimi di 80. Ma è un network influente, in quanto strumento di comunicazione per i Vip (tra cui spicca lo stesso Musk, che conta 84 milioni di followers), anche se con i suoi 217 milioni di utenti al giorno è assai lontano dai numeri di Meta/Facebook (1,9 miliardi di contatti quotidiani) o di altri social. Una piazza virtuale che trae la sua importanza dal prestigio di chi l’ha scelta come luogo ideale per dibattere. In libertà, o quasi.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati