Elon Musk ha rinunciato all’acquisto di Twitter. Definitivamente. Non si tratta più di voci di corridoio, ma è ormai la Sec, la società che controlla la Borsa Usa, a confermarlo. Secondo quanto scritto in una lettera inviata da un avvocato del miliardario all’ufficio legale della società, di cui la Sec ha ricevuto una copia, “Twitter non ha rispettato i suoi obblighi contrattuali” e non ha fornito le “informazioni commerciali richieste”. “A volte Twitter ha ignorato le richieste di Musk a volte le ha respinte per motivi che ci sembrano ingiustificati e in altre occasioni ha fornito informazioni incomplete o inutilizzabili”. Queste le parole testuali nella lettera. La vicenda, controversa sin dall’inizio, era iniziata in aprile quando Elon Musk ha lanciato un’Opa ostile per acquisire il controllo di Twitter
Il braccio di ferro tra Musk e Twitter era iniziato subito dopo. Lo staff di Elon Musk sosteneva che i profili fasulli di Twitter fossero circa il 20% del totale, mentre i tecnici di Twitter avevano sempre risposto che la fattispecie non superasse il 5% di tutti gli account del social network e che la rimozione degli account fake procedesse al ritmo di un milione al giorno. Sta di fatto che, al solo diffondersi della notizia della rinuncia da parte di Musk all’acquisto della piattaforma, le azioni di Twitter sono crollate del 9% nel trading post-chiusura della Borsa.
I problemi di Twitter tra utenti, licenziamenti e margine operativo
I problemi per Twitter non finiscono qui. Il licenziamento del 30% del team dedicato al recruiting, a due mesi dal blocco delle assunzioni in tutta l’azienda, lasciano intuire che la società non può permettersi al momento alcun tipo di investimento per il rilancio. Problema che rende pertanto vana ogni speranza di assecondare richieste onerose da parte degli interessati all’acquisizione. Ad aprile, il bilancio di Twitter parlava di costi e spese aumentate del 35%, con una perdita operativa di 128 milioni e un margine operativo pari a -11% rispetto al 2021.
La Borsa si è accorta da tempo di questi segnali – che sono sostanzialmente quelli che hanno candidato Twitter ad essere preda di acquisizioni – ma ora, la rinuncia di Musk potrebbe segnare l’inizio di un declino da cui potrebbe non riprendersi. Come nella più classica parabola della digital economy.