Ve lo aspettavate che sarebbe venuta così tanta gente? Ce lo hanno chiesto in tanti.
La risposta è no. Certo, subito dopo la pubblicazione sulla pagina facebook del video con la musica della canzone Ricominciamo avevamo avuto una mare di adesioni e avevamo capito che saremmo stati tanti, ma non così tanti. Quel video era di protesta sì ma anche e soprattutto uno struggente messaggio d’amore per Roma. E questo ha fatto la differenza. In pochi giorni è diventato virale. In tanti lo hanno ricevuto più volte su WhatsApp: da un amico all’estero, dall’estetista di fiducia, dal cugino che non sentono da anni…
Le stime della questura di 10mila persone alla manifestazione lanciata da Tutti per Roma. Roma per tutti forse sono riduttive. Molti, moltissimi non sono proprio riusciti ad arrivare a Piazza Del Campidoglio quel 27 ottobre. La scalinata era piena, da dietro non facevano passare e tanti sono tornati indietro. Siamo più portate a pensare a 15mila partecipanti. A ripensarci ci viene da sorridere… ad una prima riunione allargata a maggio alcuni avevano subito obiettato che organizzare una protesta sarebbe stato rischioso, che sicuramente in pochi si sarebbero presi la briga di uscire di uscire di casa e metterci la faccia…
Ma noi avevamo già deciso di andare per la nostra strada. La morte il 6 maggio di Elena Aubry (sbalzata dallo scooter sulla via del Mare) e l’incendio dell’autobus a via del Tritone l’8 maggio avevano prodotto un click nei nostri cervelli. E avremmo voluto scendere in piazza il 20 giugno per il secondo anniversario dell’insediamento di Virginia Raggi. Ma il permesso la Questura non l’ha dato. E per fortuna. Perché non avremmo avuto il tempo e la testa di fare le cose per bene. Rimandare a Ottobre è stato molto meglio.
Abbiamo preso a vederci nelle nostre case, la sera, dopo il lavoro. Perché tutte e sei lavoriamo e “teniamo famiglia” con incombenze più o meno gravose. Certo Martina Cardelli che ha tre figli piccoli è la più oberata di tutte, ma ognuna deve avere a che fare con una certa dose di rogne quotidiane…E poi sono arrivate le gambe rotte… Due di noi si sono anche rotte una gamba. Ma non abbiamo mollato. Mai. Contrariamente a tutti quelli che hanno partecipato quando ancora volevamo allargare il giro… venivano, ci spiegavano come avremmo dovuto fare e sparivano.
Ed è così che ci siamo ritrovate solo noi sei donne. Ognuna forte delle proprie competenze professionali copriamo un vasto raggio che va dall’uso dei social, ad una penetrante conoscenza della partecipazione attiva dei cittadini, alla dimestichezza con i media tradizionali, alla organizzazione e motivazione dei volontari fino a chi sapeva come fare una manifestazione (Tatiana Campioni aveva già organizzato portato riempito una piazza ai tempi di Se non ora quando). Ci siamo magicamente ritrovate ad essere perfettamente compatibili e a compensarci. E a non litigare. Sono rare alchimie che difficilmente accadono. Siamo diverse ma quel che ci accomuna è una buona dose di costanza e testardaggine.
E ora tutti ci chiedono di non mollare, di continuare. Certo che continueremo. Ma prima dobbiamo darci una forma, dei contenuti certi. Una cosa è protestare, altra cosa è elaborare quel che vorremmo per questa città in futuro. Il primo appuntamento, in ordine di tempo, è il referendum Atac dell’11 novembre promosso dai radicali sulla messa a gara del servizio pubblico: noi non diamo indicazioni di voto ma attraverso il nostro profilo Facebook invitiamo tutti coloro che ci seguono ad andare a votare, a non restare nell’ombra perché è importante esserci.
Certamente vogliamo andare avanti. Oltre ad avere un’amministrazione che garantisca i servizi essenziali (trasporto pubblico, rimozione dei rifiuti, cura dei parchi… la lista è lunga ma fermiamoci qui) noi vorremmo che Roma recuperi un’identità, che abbia un sindaco che abbia una visione, che sappia in che direzione andare e che non si limiti a mettere una pezza ogni tanto in modo scomposto, sgangherato. Perché questa amministrazione dà l’idea di un manipolo di dilettanti incompetenti. E lo hanno dimostrato. Credo che anche quelli che hanno continuato a ripetere il mantra “E’ tutta colpa delle amministrazioni precedenti” siano ora nel dubbio. E infatti in piazza del Campidoglio tantissimi erano quelli che avevano votato per Virginia Raggi e che stanno vivendo l’atroce rimorso di aver contribuito al disastro della città più bella del mondo.
Roma per grandezza, storia, importanza internazionale, economia è l’unica metropoli di questo Paese. Solo un Sindaco con visione lungimirante e visionario può guidare una città unica. Cominciamo ad alzare la voce verso tutti quei ” barbari” scesi solo per depredare. La centralità di Roma è quella che ci ha risollevato nel dopoguerra. I gioielli depredati vanno riportati al loro posto iniziando dalla Borsa!!