L’ennesima profezia millenarista – la fine del mondo prevista per venerdì 21 dicembre dal calendario Maya – fa coincidere il giorno più corto dell’anno – almeno per l’emisfero boreale – con il termine della storia. Una profezia che farà la fine delle altre che hanno costellato gli ultimi secoli:
– Nel 1666 il numero magico – 666 – era il biblico e apocalittico ‘numero della bestia’. Ma niente successe, anche se il Grande incendio di Londra fece pensare che qualcosa andava a succedere. Ma solo 10 persone morirono nell’incendio, oltre a milioni di topi – una moria che forse evitò un’altra epidemia di peste.
– Nel 1914 i Testimoni di Jeova predissero la seconda venuta di Cristo. Arrivò la Grande guerra, ma il mondo sopravvisse.
– Nel 2009 la messa in funzione del Large Hadron Collider a Ginevra avrebbe portato – dissero alcuni che perfino chiesero al tribunale di fermare il ‘mostro’ del CERN – alla formazione di un ‘buco nero’ capace di inghiottire la terra e il sistema solare.
– Nel 2011 il predicatore evangelico Harold Camping predisse la fine del mondo, prima per il 21 maggio e poi per il 21 ottobre. Ma siamo ancora qui.
E venerdì 21 prossimo venturo? “Sarà un venerdì mattina come gli altri”, ha detto Andrew Wilson, un accademico dell’università di Derby che ha studiato le origini del mito del 21 dicembre.