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Tutela territorio, Clini: incentivi ai privati

“Prima della fine dell’anno”, il governo intende mettere a punto la revisione degli incentivi alle fonti rinnovabili di energia. L’indicazione viene dal neo-ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, sentito in commissione al Senato. Per Clini, comunque, la “priorità” riguarda la messa in sicurezza del suolo: una sottolineatura che arriva proprio mentre il maltempo sta flagellando il nostro Paese, causando ancora una volta vittime e distruzione. Clini pensa a un coinvolgimento dei privati, con strumenti di incentivazione, come agevolazioni per l’Iva relativa alle spese.

– Capitolo incentivi.

Per Clini occorre “riorientare” il sistema di incentivi ”per creare valore aggiunto e anche per fare in modo che le imprese italiane che operano nel settore delle fonti rinnovabili possano avere un ruolo importante nella competizione internazionale”, diventino insomma esportatrici di tecnologia. ”Il tema del pacchetto energetico – ha insistito è da risolvere prima della fine dell’anno”, perché il sistema di incentivi avviato nel 2007 “ha avuto come effetto principale lo sviluppo della produzione di energia nel solare fotovoltaico e nell’eolico facendo diventare l’Italia il più importante mercato europeo per i prodotti (che però- ha rimarcato Clini-sono stati per la gran parte importati) che hanno fatto crescere un’occupazione legata all’applicazione dei sistemi, ma non hanno creato effetti significativi sulla realizzazione in Italia di attività produttive e di investimenti nelle fonti rinnovabili. Il sistema degli incentivi, quindi – ha concluso – dovrà essere, come in parte già avvenuto, riorientato per generare valore aggiunto, non solo in termini di presenza di imprese italiane nel mercato interno, ma soprattutto per far sì che le aziende italiane possano giocare un ruolo importante nella competizione internazionale”.

– Capitolo territorio.

Per Clini è “prioritario” organizzare al meglio le risorse e le competenze esistenti per la difesa del territorio dai rischi idrogeologici, anche in considerazione che la prevenzione di tale rischio rappresenta uno strumento di crescita e di rilancio delle potenzialità economiche del Paese. La difesa del suolo si lega infatti alla valorizzazione economica e turistica del patrimonio culturale e paesaggistico. In tale contesto, assume un ruolo fondamentale la gestione integrata delle risorse idriche con riferimento a fiumi e torrenti spesso responsabili di gravi disastri. Occorre calibrare la gestione del territorio in funzione delle mutate condizioni climatiche e ridisegnare l’uso del territorio stesso nelle zone più deboli sotto il profilo idrogeologico, operando una maggiore integrazione delle competenze regionali e locali.

“E’ necessario integrare le risorse finanziarie attualmente disponibili sulla base di una programmazione effettuata con progetti specifici mirati alla difesa del territorio, combinando le risorse pubbliche con gli investimenti dei privati ed i fondi comunitari. Occorre stabilire una priorità di interventi – ha puntualizzato il ministro dell’Ambiente – considerando che spesso investimenti a basso impatto economico, in zone fortemente suscettibili di rischio idrogeologico, possono avere effetti notevoli sul piano della prevenzione dei disastri. Vanno inoltre studiate misure che incentivino l’intervento di soggetti privati prevedendo opportune agevolazioni: il credito di imposta o la riduzione dell’Iva per esempio forse sono quelle che hanno un efficacia più significativa per il ritorno economico”.

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