Soldi? Tanti. Dei singoli Stati? No, dell’Europa. Dario Franceschini, Ministro del Turismo e dei Beni culturali, in videoconferenza con i colleghi dell’Ue ha chiesto un intervento straordinario comunitario per risollevare il turismo. Quello italiano, che vale più di 200 miliardi di euro, è praticamente fermo, ma anche quello degli altri Paesi. La fase 2 porta alla riapertura graduale dei musei. Ma alla ripetizione (un po’ stanca, in verità) di modello italiano nella lotta al coronavirus fa da contrappeso la paralisi di un comparto di eccellenza del Made in Italy. Giorni fa lo ha riconosciuto lo stesso premier Giuseppe Conte, allorché Confindustria ha stimato una perdita di 30 milioni di turisti italiani e stranieri fino maggio.
Piani di lungo periodo, investimenti sulla sostenibilità e sull’accoglienza, crediti, tutto ciò che è stato concepito nel 2019 non ha più valore. Le organizzazioni più rappresentative del settore lamentano scarso rilievo delle loro osservazioni da parte del governo. Non c’è Regione che non lamenti danni per centinaia di migliaia di euro. “L’Europa deve adottare rapidamente misure straordinarie da affiancare a quelle nazionali che da sole non bastano”, ha detto Franceschini. Bisogna fronteggiare l’impatto poderoso del coronavirus con misure di attenuazione e una strategia di ripresa.
L’Italia punta sulle sue bellezze e sull’ecosistema in quelle sfide ormai consolidata con gli altri Paesi ad alta attrattività. Sul territorio è difficile in questi giorni, tenere il conto di operatori economici, Associazioni, enti locali che si organizzano in maniera autonoma. I Dpcm di Conte, evidentemente servono a poco o nulla. Second l’Agenzia Aise, la Commissione Ue dopo la videoconferenza, proporrà misure per aiutare il settore in vista della stagione estiva. Valuta di elaborare protocolli per la gestione sicura delle strutture in tutta l’Ue. Ma tutto arriverà fuori tempo massimo. Alla domanda dove trovare i soldi in ambito europeo, una risposta l’ha data Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno.
Saranno necessari fondi senza precedenti per superare la crisi, ha detto. Per questo serve un bilancio dell’UE solido per intraprendere il cammino verso la ripresa europea e un’Unione più forte e più resiliente. Però l’approvazione del bilancio europeo è ancora oggetto di trattative per niente facili. Nessun Paese può pensare di superare la crisi da solo, ha aggiunto Breton. La pandemia è arrivata quando l’Unione europea aveva appena fissato traguardi di sostenibilità ambientale con riflessi sulla mobilità interna e tra Paesi.
L’Italia ha davanti un periodo buio con stime di 90 milioni di presenze in meno fino a dicembre, senza calcolare l’indotto di ristoranti, shopping, trasporti locali, visite guidate. Nella videoconferenza, i Ministri hanno discusso di come costruire anche un sistema turistico più sostenibile. Da tempo se ne avverte la necessità, in un quadro sbilanciato tra Paesi che anche nell’industria del divertimento è percepita come un pendolo tra difetti e virtù. Se Bruxelles riuscirà davvero a concedere gli aiuti necessari, in breve tempo, accanto Mes, Recovery bond o altro, l’Italia potrebbe puntare sul turismo locale per alleggerire i danni del coronavirus.
Quel flusso turistico autoctono che una ricerca Demoskopika ha stimato in 216 milioni di persone nel 2019, è che quest’anno compenserebbe di almeno il 30% le mancate presenze di stranieri. Attenzione: nulla a che vedere con sovranismi e dintorni, con quelle idee semi autarchiche che pur circolano in Europa. Il turismo locale sarebbe soltanto un passeggero rimedio a un default economico non previsto. Fa bene Franceschini ad invocare un sostegno europeo affinché l’Italia rientri presto nei circuiti internazionali.