L’industria del turismo tira finalmente un sospiro di sollievo e si gode le meritate vacanze. Quelli del 2022 non saranno forse numeri da record, ma comunque rimettono in piedi il comparto che più ha sofferto gli effetti della pandemia, tornando ai livelli pre-Covid. Merito delle ferie estive, ma anche del graditissimo ritorno dei turisti stranieri in Italia, con un incremento del 20% degli arrivi dagli Stati Uniti.
Turismo: 27 milioni di italiani in vacanza
Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio Turismo di Confcommercio, realizzato in collaborazione con Swg, tra luglio e settembre saranno 27 milioni gli italiani in partenza per le vacanze. Numeri che avrebbero potuto essere ancora più alti se Covid, inflazione, caro energia e instabilità politica non avessero indotto alcuni viaggiatori a desistere, ma che comunque risultano in linea con il 2019, quando la parola pandemia non era ancora entrata nella quotidianità di tutti noi. A luglio sono state 12,3 milioni le partenze, 4,5 milioni in meno rispetto alle stime.
Tra coloro che partiranno tra agosto e settembre, nove su dieci (l’88%) sceglieranno destinazioni italiane, soprattutto il mare (44% delle preferenze), seguito dalle città (specialmente quelle d’arte e i piccoli borghi) con il 21% e dalla montagna (15% delle risposte).
La meta più ambita? La Puglia, seguita da Emilia Romagna, Toscana e Sicilia. Chi andrà all’estero, infine, sceglierà soprattutto l’Europa (Grecia in vetta, tallonata da Spagna, Francia e Croazia).
Turismo: prenotazioni ai livelli pre Covid
Positive anche le previsioni di Federturismo, secondo cui tra giugno e settembre gli arrivi cresceranno del 15%, un obiettivo che potrebbe però essere addirittura superato. Ottimismo soprattutto per giugno e settembre. Fino a tre settimane fa, in Italia, il 60% delle camere per agosto era già prenotato a livello nazionale, con picchi del 72% per le località di mare. Nel 2021 lo stesso dato si fermava al 33%.
Dati in linea con quelli diffusi a fine luglio da Confindustria Alberghi, secondo cui, nel bimestre giugno-luglio il 62% delle strutture alberghiere ha raggiunto i livelli pre-covid e il 47% circa ha visto risultati migliori rispetto al bimestre giugno-luglio 2019 (+7%).
“Al momento le prenotazioni di agosto segnano mediamente dei risultati superiori rispetto allo stesso periodo 2019 grazie all’aumento degli stranieri (+1,2%), mentre quelle degli italiani risultano allineate a quelle del 2019 (+0,1%”)”, fa sapere l’associazione.
I turisti stranieri tornano in Italia e la spesa raggiunge i 17 miliardi
Le buone notizie non finiscono qui. Dopo un’assenza di tre anni, il 2022 segna il ritorno dei turisti stranieri in Italia. Un ritorno tanto atteso, quanto gradito dall’intera industria. Perché? Perché tra loro ci sono i cosiddetti “big spender” in grado di decretare – da soli – il successo della stagione. Non a caso, secondo uno studio di Confcommercio, in collaborazione con TRA Consulting, sulle previsioni degli arrivi di turisti stranieri in Italia per la stagione estiva 2022, la spesa turistica degli stranieri in Italia nel trimestre luglio-settembre sarà di circa 17 miliardi di euro, valori simili a quelli registrati prima dell’esplosione della pandemia.
La spinta arriverà soprattutto dagli statunitensi: sono 2,2 gli arrivi previsti dagli Usa, che garantiranno una spesa complessiva di oltre 2,1 miliardi di euro, superiore del 20% a quella del 2019. In arrivo anche molti canadesi, australiani e sudafricani, mentre è in lenta ripresa il mercato asiatico. Al contrario, possono dirsi praticamente azzerati, per via della guerra in Ucraina, gli arrivi dalla Russia.
Per quanto riguarda invece i turisti europei a tornare saranno soprattutto gli spagnoli (se ne prevede circa un milione, sui livelli di tre anni fa) e una buona performance è attesa anche per i britannici, mentre un discorso a parte meritano i turisti tedeschi, il primo mercato incoming per l’Italia. Se se ne attendono di più rispetto al 2019 nelle destinazioni italiane più facilmente raggiungibili con mezzi propri e su strada, è invece prevedibile un arrivo limitato al Sud e Isole per via delle difficoltà che pesano sui collegamenti aerei (a luglio c’è stato un calo del 27% degli arrivi di tedeschi in aereo rispetto al 2019). Un danno non da poco, se si considera che nel Meridione arrivano abitualmente quelli con il più alto potere di acquisto medio. In generale va evidenziato, comunque, che nel mese scorso l’offerta di voli verso l’Italia è stata inferiore dell’8,1% rispetto al 2019 a causa del caos che ha colpito gli aeroporti internazionali.
La ricerca evidenzia infine un cambiamento nei comportamenti dei viaggiatori a causa delle incertezze generate dalla pandemia e dalla guerra: i biglietti aerei vengono prenotati sempre più a ridosso della partenza. Il tempo tra l’acquisto e il viaggio vero e proprio è passato infatti, in media, da 79 a 61 giorni.
“Il ritorno del turismo straniero dopo tre anni contribuisce a consolidare la nostra ripresa economica. Le prospettive, però, sono incerte a causa della diminuzione dei consumi, delle agitazioni nel trasporto aereo e dell’incognita pandemia. Occorre, dunque, che il sostegno al settore turistico sia tra le priorità del prossimo esecutivo in termini di contrasto al caro energia e riduzione del carico fiscale”: così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.