Il turismo italiano salvato ancora dagli stranieri. Le prime stime sulla stagione turistica estiva 2023 mostrano un numero record di presenze di visitatori stranieri in Italia, confermando una tendenza in corso da almeno due decenni: dal 2003 le presenze estere sono cresciute del 54%, compensando quelle nazionali, scese del 7%. È quanto emerge dal brief degli analisti di Cassa Depositi e Prestiti sul settore del turismo italiano.
Un altro dato importante emerge dall’approfondimento “La ripresa turistica in Italia: quale futuro dopo l’estate?”, secondo cui l’aumento dei flussi turistici globali previsto nel prossimo decennio potrebbe valere per l’Italia fino a circa 30 milioni di arrivi in più. I principali catalizzatori: il Giubileo del 2025, le Olimpiadi 2026 di Milano Cortina, e l’eventuale Expo 2030 a Roma.
Estate 2023: boom di stranieri, ma gli italiani vanno all’estero
Tra giugno e agosto si è raggiunto un nuovo record, con oltre 100 milioni di presenze straniere, mentre per gli italiani si è registrato un orientamento verso mete estere meno costose, come l’Albania, che ha portato ad un dato sotto le attese per la componente domestica dei movimenti turistici.
L’analisi indica tre tendenze che stanno emergendo a livello globale e con cui il settore turistico sarà chiamato a confrontarsi nel prossimo decennio:
- i flussi proverranno soprattutto dall’Asia, dove sarà più marcata la crescita della classe media, e saranno caratterizzati da una crescente ricerca di esperienze uniche, meglio se di lusso;
- la vacanza sarà ancor più sostenibile e digitalizzata, spingendo gli operatori a competere su servizi green e su offerte che, ricorrendo alla tecnologia, potranno essere sempre più personalizzate;
- saranno più apprezzate mete ad oggi meno comuni, con gli impatti del riscaldamento globale che eserciteranno un’influenza crescente sulle scelte delle destinazioni.
Turismo italiano: tra i cinque meno inquinanti dell’Ue
Dal brief emerge un punto di forza, poco conosciuto: il turismo italiano è tra i cinque meno inquinanti nell’Unione europea grazie all’elevata incidenza delle rinnovabili sul consumo energetico totale degli alberghi. Ma per restare competitivi, massimizzando il potenziale offerto ai visitatori stranieri, il documento indica un mix di interventi volti a indirizzare il comparto verso:
- una crescente industrializzazione dei suoi operatori, anche attraverso un maggior ricorso al capitale di rischio e a modelli di gestione alberghiera più flessibili, così da ridurre la frammentazione dell’offerta ricettiva e favorire la creazione di campioni nazionali;
- un accorciamento del divario tra domanda e offerta di lavoro, facendo leva su un miglioramento dei programmi di formazione, un numero maggiore di scuole dedicate all’ospitalità e di percorsi di aggiornamento e potenziamento per gli operatori del comparto;
- una valorizzazione di località secondarie e forme di turismo meno stagionali, attrattive non solo in un limitato periodo dell’anno, come il cicloturismo, il turismo montano non sciistico, quello termale ed enogastronomico.