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Turismo, buoni vacanza per anziani e famiglie meno abbienti

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Un buono vacanza per favorire l’accesso al turismo, coinvolgendo fasce di popolazione in genere escluse (anziani, disabili, giovani e famiglie meno abbienti). Obiettivo: sviluppare una politica di sostegno alla domanda di turismo. Se ne parla in commissione Attività produttive della Camera, che ha avviato l’esame di “disposizioni per favorire l’accesso alle vacanze”. E del resto non è una novità che il turismo sia una delle voci che incidono positivamente e notevolmente sull’andamento della nostra economia.

Il progetto (prima firmataria, Elisa Marchioni, Pd) prevede che i buoni vacanze siano a favore dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, a tempo parziale, o a tempo determinato, degli apprendisti e dei collaboratori, dei pensionati, delle famiglie e dei singoli cittadini. La loro gestione sarà regolata da una convenzione stipulata tra il Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del turismo della Presidenza del Consiglio dei ministri ed un soggetto gestore partecipato dallo Stato e dalle associazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale delle imprese turistiche e del turismo sociale.

I buoni vacanze possono essere fruiti durante tutto l’anno solare. Al di fuori del periodo natalizio e dei periodi di alta stagione estiva, possono essere previsti sconti, promozioni tariffarie e pagamenti modulati secondo i periodi dell’anno; possono essere richiesti sul territorio nazionale una sola volta per nucleo familiare per anno solare; possono essere utilizzati per acquistare, fuori dal Comune di residenza, servizi di trasporto, alloggio e ristorazione, turistici, culturali e di svago, accessori alla vacanza.

Si dispone la deducibilità fiscale – in caso di Isee (indicatore della situazione economica equivalente) pari o inferiore a 25.000 euro – delle spese per l’acquisto di buoni vacanze, rispettivamente, per i lavoratori dipendenti e per i pensionati, agevolando questi ultimi con la previsione di massimali annui di deducibilità più elevati. Si prevede inoltre che i contratti di lavoro indichino le modalità di versamento della contribuzione totale o parziale a carico del datore di lavoro finalizzata all’erogazione dei buoni vacanze. Tale contributo non può in ogni caso essere considerato quale componente salariale ed è comunque interamente deducibile dalla base imponibile dell’impresa o dell’attività di lavoro autonomo e professionale. Per usufruire dei buoni vacanza, i lavoratori dipendenti formulano una richiesta al proprio datore di lavoro, accompagnata da idonea documentazione comprovante la composizione del nucleo e del reddito lordo familiare.
I beneficiari dei contributi sono rappresentati dai nuclei familiari i cui componenti siano cittadini italiani o dell’Unione europea residenti in Italia, ovvero extracomunitari con regolare permesso di soggiorno e di residenza, con Isee pari o inferiore a 25.000 euro.

“Questa proposta di legge – puntualizza la relatrice, Margherita Mastromauro (Pd)- è volta ad estendere l’utilizzo del buono vacanze in analogia a quanto avviene in altri Paesi europei, quali la Francia, in cui l’ammontare complessivo dei buoni vacanze è pari ad 1 miliardo e 600 milioni di euro all’anno, configurandosi anche come un incentivo per l’attività delle imprese che possono distribuire buoni vacanze ai propri dipendenti per importi interamente deducibili dai loro redditi”. La commissione ha deciso di avviare una serie di audizioni informali di soggetti operanti in questo campo di attività.  

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