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Turchia: effetti dei nuovi incentivi agli IDE

L’Istituto Paralleli ha analizzato gli scenari introdotti dai provvedimenti di riduzione della dipendenza dalle importazioni sui prodotti semilavorati, essenziali per i settori strategici del paese, e creare così nuovi posti di lavoro.

Turchia: effetti dei nuovi incentivi agli IDE

Secondo le informazioni raccolte dalla Camera di Commercio italiana in Turchia e recentemente pubblicate dall’Istituto Euromediterraneo del Nord Ovest, il paese ha ricevuto 480 proposte di progetti di investimento per un valore di 3,2 miliardi di dollari dall’introduzione del nuovo pacchetto governativo di incentivi finalizzato alla promozione e all’attrazione di investimenti produttivi, entrato in vigore nell’estate 2012, coprendo gli investimenti in modo retroattivo dal 1 gennaio dello stesso anno. 340 di questi progetti sono stati approvati, creando oltre 16000 nuovi posti di lavoro.

Il nuovo programma di incentivi agli investimenti è stato specificamente concepito per incoraggiare gli investimenti ai fini di ridurre la dipendenza dalle importazioni su prodotti semilavorati essenziali per i settori strategici del paese. Tra gli obiettivi primari del nuovo programma di incentivi agli investimenti ci sono, infatti, la riduzione del disavanzo di parte corrente, l’accrescimento degli investimenti per sostenere le regioni meno sviluppate, l’aumento del livello degli strumenti di sostegno, la promozione di attività di aggregazione e il sostegno al trasferimento di tecnologie. Il nuovo sistema di incentivi agli investimenti comprende allora quattro diversi programmi: due programmi, uno a livello nazionale e uno a livello regionale, di incentivi agli investimenti, un programma di incentivi agli investimenti su larga scala e un programma strategico di incentivi agli investimenti. Il 3,8% dei progetti sono collegati a investimenti nell’agricoltura, il 9,1% nel settore minerario, il 56,8% nella produzione, il 2,9% nel settore energetico ed il 27,4% nei servizi. Considerando i sottosettori, tessile e abbigliamento sono al primo posto per numero di investimenti, con una quota sul totale del 19% e del 21% in termini di persone occupate. Seguono gli investimenti nell’industria alimentare e degli alcolici, nei settori minerario, turistico, pneumatici e plastica, infrastrutture, formazione e macchinari.

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