Continuano gli scontri in Turchia. Ancora oggi migliaia di persone si sono ritrovate a piazza Taksim, nel cuore di Istanbul, chiedendo a gran voce le dimissioni del premier Recep Erdogan, ricevendo nuove cariche con gas lacrimogeni da parte della polizia.
Iniziate cinque giorni fa a Istanbul per difendere Gezi Park (un piccolo e storico parco nel centro della città) dalla distruzione in favore di un centro commerciale, le proteste di piazza si sono diffuse a macchia d’olio lungo tutto il Paese in seguito alla violenta repressione della polizia, e non accennano ad arrestarsi. Intanto è salito a tre il numero delle vittime: l’ultima, Abdullah Comert, colpito da un’arma da fuoco durante scontri nel sud del Paese, aveva solo 22 anni.
Dal Marocco, dove si è recato per una visita ufficiale, solo ieri sera Erdogan si dichiarava ottimista: “La situazione in Turchia si sta calmando e al mio ritorno da questa visita i problemi saranno risolti”. Ma intanto la Confederazione dei sindacati dei lavoratori pubblici ha proclamato due giorni di sciopero per protestare contro la repressione delle manifestazioni.