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Turchia: 118 arresti dopo gli attentati

Quasi tutti gli arrestati sono membri del partito filo-curdo Hdp, che ha ottenuto 81 seggi in Parlamento nel 2015 – Il loro legame con i terroristi rimane ancora da provare – Erdogan: “Terrorismo calpesta ogni valore e morale, ma noi li sconfiggeremo”.

Turchia: 118 arresti dopo gli attentati

Arresti a tappeto. E’ questa la risposta autoritaria del governo turco, guidato dal presidente Recep Tayyip Erdogan, al doppio attentato di sabato notte a Istanbul, la cui conta delle vittime è salita a 44 persone, di cui una trentina agenti di polizia, più almeno 150 feriti.

All’alba di oggi il nucleo antiterrorismo della polizia ha messo in atto cinque blitz nelle maggiori città turche arrestando 118 persone. Quasi tutti sono membri del partito filo-curdo Hdp, il Partito Democratico del Popolo, che si è aggiudicato 81 seggi in Parlamento alle elezioni del 2015. Tra loro anche i responsabili provinciali delle sedi di Istanbul e Ankara, Aysel Guzel e Ankara Ibrahim Binici.

Il partito, però, sembrerebbe avere poco a che vedere con gli attentati, rivendicati dal gruppo estremista curdo Tak, che aveva legami, in passato, con il Pkk, il Partito dei lavoratori, ormai al bando in Turchia, da cui però i Falconi della libertà del Kurdistan, si sono staccati alcuni anni fa.

Erdogan ha subito accusato il Pkk, per poi procedere agli arresti dei membri di un partito democraticamente eletto, accusati di legami con i terroristi, in quello che sembra essere diventato un modus operandi classico del governo turco. Intanto, è stata proclamata una giornata di lutto nazionale. Durante la commemorazione per i poliziotti morti il presidente Erdogan ha parlato di “terrorismo che calpesta ogni forma di valore e di morale: ma noi li sconfiggeremo”.

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